Vai al contenuto

Ucciso per una scarpa sporca, sui social del suo assassino spunta un messaggio di sfida dopo la condanna

Pubblicato: 30/04/2025 16:49

Un messaggio pubblicato sui social ha sollevato una nuova ondata di polemiche dopo la recente condanna per l’omicidio di Santo Romano, il giovane di 19 anni ucciso lo scorso novembre a seguito di una lite scoppiata per un banale motivo. La vicenda si era consumata nel cuore della notte tra l’1 e il 2 novembre 2024, in circostanze già ampiamente discusse: tutto sarebbe nato da un alterco innescato da un paio di scarpe sporcate.

Al termine del processo, che ha visto un minorenne di 17 anni imputato per l’omicidio, è arrivata la sentenza: 18 anni e 8 mesi di reclusione. Ma anziché chiudersi con un momento di riflessione o di silenzio, la vicenda ha preso una piega ancora più inquietante.

Screenshot

Sul profilo TikTok collegato al giovane condannato è infatti comparso un post dai toni beffardi, pubblicato subito dopo la lettura del verdetto. La frase, apparsa in sovrimpressione su un breve video, recita:
“18 anni e 8 mesi me li faccio seduti sul cesso”.
Una provocazione evidente, che ha rapidamente attirato l’attenzione e generato centinaia di like e commenti in poche ore.

La denuncia dei familiari e l’intervento politico

Il contenuto, definito da molti come un gesto irrispettoso e inaccettabile, è stato segnalato dai familiari della vittima e rilanciato dal deputato Francesco Emilio Borrelli, da tempo impegnato su temi legati alla sicurezza e alla giustizia minorile.

«Chiunque stia gestendo quel profilo mostra chiaramente con quale atteggiamento si sta vivendo la condanna», ha dichiarato Borrelli, sottolineando la totale mancanza di rispetto nei confronti dei familiari e della memoria di Santo.
«Non c’è alcun segno di pentimento, nessuna consapevolezza per quanto accaduto. Anzi, queste provocazioni rappresentano una nuova ferita per chi ha già subito un dolore immenso», ha aggiunto.

L’episodio è avvenuto a San Sebastiano al Vesuvio, teatro del tragico omicidio. La vicenda, già dolorosa per l’intera comunità, si arricchisce ora di un ulteriore capitolo che sta suscitando sdegno e preoccupazione. Per molti, si tratta dell’ennesima dimostrazione della difficoltà nel contrastare certi atteggiamenti devianti, soprattutto quando trovano spazio e visibilità sui social.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure