
Un grande attore, amato da milioni di fan in tutto il mondo, si è spento all’età di 84 anni. Volto noto del piccolo schermo, è stato protagonista in una delle serie più acclamate della televisione americana, capace di lasciare un segno indelebile con la sua interpretazione intensa e autentica.

Il suo talento si è espresso in una carriera che ha attraversato decenni, dai palcoscenici teatrali alle produzioni cinematografiche e alle apparizioni in serie di culto. Con la sua voce roca e lo sguardo vissuto, ha saputo dare profondità a personaggi complessi, guadagnandosi l’affetto del pubblico e il rispetto degli addetti ai lavori.
È morto il 1º maggio Charley Scalies, interprete della seconda stagione di The Wire e apparso anche ne I Soprano. L’attore si è spento in una casa di cura a Phoenixville, in Pennsylvania, dopo una lunga battaglia contro il morbo di Alzheimer. La notizia è stata confermata dalla figlia, Anne Marie Scalies, a The Hollywood Reporter.

Nato il 19 luglio 1940 a Filadelfia, Scalies aveva iniziato a coltivare il proprio talento da giovanissimo, divertendo i clienti della sala da biliardo gestita dal padre con imitazioni e battute. Dopo una laurea al St. Joseph’s College e una carriera nel mondo del business, era tornato alla sua passione originaria, il teatro, partecipando negli anni ’90 a diverse produzioni locali prima di approdare al cinema.
Il suo debutto sul grande schermo arriva nel 1995, accanto ad Al Pacino, nel film Un giorno da ricordare, seguito da ruoli in L’esercito delle 12 scimmie, Liberty Heights e Jersey Girl. Ma il suo ruolo più noto resta quello di Thomas “Horseface” Pakusa, operaio portuale e membro del sindacato nella seconda stagione di The Wire, dove si è distinto per un’interpretazione realistica e intensa del mondo della working class americana.
Scalies ha preso parte anche a diversi episodi di serie iconiche come Law & Order, Cold Case e Homicide. Memorabile la sua comparsa in I Soprano, in un episodio onirico in cui il suo personaggio, il Coach Molinaro, affronta Tony su scelte di vita e rimpianti. Nonostante una carriera non da protagonista assoluto, ha lasciato un’impronta indelebile nella memoria di chi ha amato quei racconti duri, veri, così profondamente umani.