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Zelensky costretto ad ammettere le difficoltà: «I russi intensificano i raid»

Pubblicato: 12/11/2025 08:42

Non sono tempi facili per Volodymyr Zelensky. Sul fronte est, le forze russe continuano a premere, mentre all’interno del Paese gli scandali per corruzione indeboliscono il consenso. A complicare ulteriormente la situazione, la freddezza di Washington, dove l’amministrazione Trump sembra intenzionata a ridurre il sostegno diplomatico a Kiev.

Secondo il Kyiv Post, i consiglieri del presidente americano avrebbero fatto pressioni per rimuovere da una futura risoluzione dell’Onu i riferimenti all’“integrità territoriale dell’Ucraina” e alla condanna dell’“occupazione russa della Crimea”. Due fonti a Washington confermano che la Casa Bianca vorrebbe eliminare dal testo termini come “aggressione” e “terre occupate”, segnando un cambio di rotta rispetto alla linea seguita negli ultimi anni.

Il portale ucraino ha invitato gli alleati europei a reagire con fermezza e unità in difesa di Kiev. L’argomento sarà probabilmente discusso al vertice dei ministri degli Esteri del G7 in corso in Canada, mentre l’Unione Europea prepara una riunione straordinaria a Leopoli, il 10 e 11 dicembre, per accelerare il processo di adesione dell’Ucraina e aggirare il veto ungherese.

Sul fronte diplomatico, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha definito “buona e cortese” la conversazione con il suo omologo statunitense Marco Rubio, aggiungendo che Mosca è “pronta a riprendere i lavori preparatori del vertice di Budapest”, un segnale che il Cremlino intende riaprire i canali di dialogo, ma alle proprie condizioni.

Nel tentativo di dare fiducia al Paese, ieri Zelensky si è recato a Kherson per celebrare i tre anni dalla liberazione della città, ricordando le vittorie dell’autunno 2023 dopo nove mesi di occupazione russa. “Ringrazio i nostri guerrieri per il coraggio e la resistenza”, ha dichiarato, con tono più nostalgico che trionfante.

Ma la realtà sul terreno resta drammatica. Da oltre due anni le batterie russe sull’altra sponda del Dnipro bombardano quotidianamente la città. Kherson appare oggi come una città fantasma, segnata dalle esplosioni e da un lento ritorno alla normalità che non si è mai compiuto.

Nel suo ultimo aggiornamento, il presidente ha riferito di aver ricevuto i rapporti dal generale Oleksandr Syrskyi, capo di stato maggiore, ammettendo che l’attenzione principale è ora rivolta a Pokrovsk e Zaporizhzhia, dove “i russi stanno intensificando gli attacchi”. Le condizioni metereologiche avverse sembrano favorire le truppe di Mosca, rallentando le manovre ucraine.

Le forze di Kiev hanno ordinato l’evacuazione di cinque villaggi a sud di Zaporizhzhia. Attualmente, i russi controllano circa l’80% della regione, inclusa la centrale nucleare, e puntano al capoluogo, una città che prima della guerra contava quasi 800.000 abitanti. L’obiettivo di Putin è chiaro: completare l’annessione totale delle quattro regioni occupate — Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia — formalmente dichiarate parte della Russia nel referendum illegale del 2022.

A complicare ulteriormente il quadro, l’ennesimo scandalo di corruzione scuote il Paese. Le autorità ucraine hanno incriminato sette dirigenti delle compagnie energetiche statali, accusati di aver intascato tangenti per 100 milioni di dollari. Tra loro, il noto imprenditore Timur Mindich, ex collaboratore artistico di Zelensky ai tempi della televisione. Il presidente, oggi sotto pressione, invita a “fare pulizia”, cercando di dimostrare che la lotta alla corruzione resta una priorità, anche in mezzo alla guerra.

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