
Serata di tensione e paura per Simone Ruzzi, meglio conosciuto sul web come “Cicalone”, lo youtuber romano celebre per i suoi video di denuncia contro borseggiatori e piccoli criminali nelle stazioni della Capitale. Mentre stava registrando alcune clip per il suo format YouTube “Scuola di Botte”, Ruzzi è stato vittima di un brutale pestaggio nei pressi della fermata Ottaviano della metro A. Secondo quanto documentato dallo stesso creatore di contenuti, l’aggressione sarebbe avvenuta da parte di un gruppo numeroso di persone, che lo avrebbe colpito alle spalle.
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L’immagine condivisa su Instagram, in cui appare con il volto tumefatto sul retro di un’ambulanza, ha immediatamente fatto il giro della rete. “Infami veri, da dietro in 10”, ha scritto Cicalone nella sua storia, un dettaglio che ha contribuito ad aumentare la gravità percepita dell’episodio. La notizia dell’aggressione a Cicalone ha scatenato un’ondata di reazioni e alimentato una discussione accesa sul ruolo degli influencer impegnati in attività di denuncia nelle aree sensibili della città.
Social divisi e polemica accesa
In poche ore si è generata una vera e propria polemica social, con migliaia di commenti che hanno invaso X, Instagram e TikTok. Una parte degli utenti ha espresso apertamente soddisfazione per quanto accaduto, criticando il comportamento dello youtuber e accusandolo di assumere atteggiamenti da “giustiziere”. Secondo alcuni, infatti, Cicalone si sarebbe più volte spinto oltre il limite, sostituendosi alle forze dell’ordine nelle sue missioni contro i borseggiatori.
“Quando decidi di sostituirti alla legge, girando in stazione con amici pugili per ‘dare lezioni’ ai borseggiatori, finisci per alimentare la stessa spirale di violenza che dici di condannare”, ha scritto un utente sui social, riassumendo una delle critiche più ricorrenti. Non sono mancati però i messaggi di solidarietà. Diversi follower hanno ricordato come i contenuti di Cicalone abbiano portato all’attenzione pubblica il problema dei furti nelle metropolitane. Tra le voci più autorevoli c’è Francesco Emilio Borrelli, deputato di Avs, che ha commentato su X esprimendo piena solidarietà.
Simone Ruzzi “Cicalone” riprenderà da subito a difendere le persone in metro.
— Francesco 🇮🇹 (@SaP011) November 13, 2025
E dice una cosa molto importante:
“Non bisogna avere paura di questa gente”.
Servono più persone così. pic.twitter.com/b1cI8Dqf9e
Il nodo sicurezza e il ruolo degli influencer
L’episodio rilancia il dibattito, mai realmente sopito, su cosa significhi oggi fare contenuti di denuncia nei luoghi pubblici e quanto sia rischioso esporsi contro i piccoli criminali che operano nelle zone più affollate. L’aggressione a Cicalone riporta al centro dell’attenzione la questione della sicurezza nella metro di Roma e il ruolo che figure mediatiche come youtuber e streamer hanno nella percezione dell’ordine pubblico.
Da un lato, c’è chi ritiene fondamentale mostrare ciò che accade quotidianamente nelle stazioni; dall’altro, chi teme che questo genere di contenuti possa innescare tensioni e reazioni violente. Il caso Cicalone diventa quindi emblematico di una dinamica sempre più diffusa: la fusione tra attivismo digitale, spettacolarizzazione del rischio e impatto sociale.

Indagini in corso e comunità ancora in fermento
Le forze dell’ordine stanno raccogliendo testimonianze e verificando i filmati nella zona di Ottaviano per risalire ai responsabili del pestaggio di Cicalone. Gli investigatori puntano a ricostruire con precisione l’accaduto, anche attraverso le immagini delle telecamere presenti nell’area.
Nel frattempo, la discussione online prosegue senza sosta e sembra destinata a restare al centro del dibattito pubblico ancora a lungo. Da una parte c’è chi parla di aggressione ingiustificabile, dall’altra chi accusa lo youtuber di aver alimentato un clima pericoloso. Una vicenda, dunque, che va oltre il semplice fatto di cronaca e apre interrogativi più ampi sul confine tra attivismo digitale, sicurezza personale e responsabilità dei creatori di contenuti.


