
«Veramente penso che il ruolo dell’Europa sia molto importante: l’unità dei Paesi è fondamentale e cercare di raggiungere un accordo di pace senza includere l’Europa non è realistico».
Con queste parole papa Leone risponde direttamente al presidente americano Donald Trump, parlando con i giornalisti all’uscita da Castel Gandolfo, dove aveva trascorso la giornata.
La mattinata era iniziata presto con l’incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il terzo dall’inizio del suo pontificato e il secondo in forma di colloquio diretto. Un incontro di circa mezz’ora che ha confermato il sostegno del Papa all’Ucraina.
«Penso che le garanzie di sicurezza che si cercano siano importanti» ha spiegato Leone, rispondendo a una domanda su Trump. «Purtroppo non tutti lo capiscono, ma credo che qui ci sia una grande opportunità per i leader europei di unirsi». Il Pontefice ha aggiunto di aver parlato con Zelensky di come la Chiesa possa aiutare a riportare i bambini ucraini deportati.

Sul possibile viaggio in Ucraina, Leone mantiene cautela. «Spero di sì, ma non so quando. Bisogna essere realisti», ha detto, lasciando aperta l’ipotesi ma senza dare conferme.
Il Papa ha ricordato l’offerta della Santa Sede di ospitare eventuali negoziati, una proposta che «per ora non è stata accettata, ma rimane disponibile». Una disponibilità che il Vaticano considera parte essenziale della propria azione diplomatica.
In merito alla mediazione umanitaria per il rimpatrio dei minori, portata avanti anche dal cardinale Matteo Zuppi, Leone ha espresso rammarico per la lentezza del processo: «Ce ne sono ancora tanti. Il lavoro è lento, ma continuiamo dietro le quinte».
Nel comunicato diffuso dal Vaticano, è stato ribadito che il colloquio con Zelensky si è concentrato sulla guerra in Ucraina e sulla necessità di mantenere aperti tutti i canali di dialogo.
Concetti ripresi anche in serata dal Pontefice, che ha riaffermato la sua posizione: «Dobbiamo lavorare a una pace giusta». Una pace che, secondo Leone, passa inevitabilmente attraverso il coinvolgimento dell’Europa nei futuri negoziati.


