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Carola Rackete: le sue prime parole da libera sono per Salvini

Pubblicato: 03/07/2019 16:54

Arrivano le prime parole di Carola Rackete, la capitana della Sea Watch che il 29 giugno scorso è stata fatta attraccare nel porto di Lampedusa per essere poi messa agli arresti domiciliari sino alla decisione di ieri sera, emessa dal gip Alessandra Vella che non ha convalidato l’arresto. A distanza di poche ore, in conferenza stampa, attraverso le parole della portavoce della Sea Watch Giorgia Linardi, filtrano i ringraziamenti della Rackete.

Sea-Watch: i ringraziamenti di Carola

Mi ha chiesto se era il caso di migrare in Australia ad occuparsi di albatros“, sono le parole di Giorgia Linardi, portavoce italiana della Sea Watch che oggi, in conferenza stampa convocata dalle associazioni alla stampa estera, in relazione ai fatti della Sea-Watch 3, attraccata al porto di Lampedusa lo scorso 29 giugno. Le parole che riporta sono quelle di Carola Rackete, la capitana della ong cui non è stato convalidato l’arresto, come aveva invece espressamente chiesto la Procura di Agrigento.

La Procura chiedeva la convalida dell’arresto

La Procura di Agrigento ha infatti insistito sull’insussistenza dello “stato di necessità” sin da subito, professato invece dalla Rackete come motivo principale che l’ha spinta a forzare il blocco della Guardia di Finanza, mossa dall’intento di far sbarcare 40 migranti in serio pericolo per la loro vita.

Dopo giorni di isolamento che sono serviti alla Rackete per ricostruire minuziosamente passo dopo passo quanto accaduto a bordo della Sea Watch prima dell’attracco a Lampedusa, filtrano le parole della capitana 31enne, Carola Rackete di nuovo in libertà da meno di 24 ore: “Mi ha detto di ringraziare i legali per il lavoro fatto insieme perché Carola ha usato il tempo dell’isolamento per ricostruire l’accaduto – chiosa Giorgia Linardi in conferenza stampa – Mi ha chiesto di mandare rassicurazioni e saluti all’equipaggio“.

La convalida: “Restituisce dignità al Paese

Onere della Linardi è stato spiegare alla Rackete la cassa di risonanza che hanno avuto in Italia, e in Europa, gli eventi legati allo sbarco dei 42 migranti a bordo della Sea-Watch. “Sta bene – constata la Linardi – Ha trascorso 3 giorni di isolamento, non si rende conto della risonanza che la vicenda sta avendo“. Ma c’è di più perché, sempre in conferenza stampa, viene sottolineato un particolare che assurge ad essere una sottile stilettata all’Italia: “Che una nave umanitaria venga considerata la più urgente minaccia all’ordine pubblico – prosegue la Linardi – Credo che questo renda ridicolo il Paese. L’ordinanza di ieri ristabilisce ordine sulla gerarchia delle norme e restituisce dignità al Paese“.

Matteo Salvini in preda alla rabbia, lo sfogo contro la magistratura

Una corrente di pensiero che cozza, in toto, con quella del vicepremier italiano Matteo Salvini, da subito mostratosi particolarmente contrario alla decisione del gip circa la decisione di non convalidare l’arresto: “Sono arrabbiato… Mi vergogno“. Un’afflizione, quella di Salvini, che sfocia in uno sfogo contro la magistratura: “Dalla giustizia mi aspettavo pene severe per chi ha attentato alla vita di militari italiani, evidentemente sbagliavo. Non ho parole“. Sempre Salvini: “Mi vergogno di chi permette che in questo Paese arriva il primo delinquente dall’estero e disubbidisce alle leggi e mette a rischio la vita dei militari che fanno il loro lavoro“.

La risposta della portavoce della Sea-Watch

Ma anche per Matteo Salvini, c’è risposta nelle odierne parole di Giorgia Linardi in conferenza stampa: “Prendiamo atto che è una persona che ci insulta dalla mattina alla sera invece di ottemperare ai suoi compiti. Nessuno – prosegue sempre la Linardi – Può chiamarci vicescafisti o quant’altro senza averne prova e non dire una parola quando una donna viene insultata e le viene augurato di essere stuprata“.

Una poi vaga apertura che ha il sapore di essere un passo indietro in virtù di una soggiacente speranza: “Voglio credere che se si trovasse a bordo (ndr. Matteo Salvini) sarebbe il primo a tendere la mano: se non lo facesse sarebbe un mostro. È un atto istintivo di umanità“.

Ultimo Aggiornamento: 03/07/2019 17:01