La situazione in mare è sempre più preoccupante e da non troppe miglia dalla Sicilia continuano ad arrivare richieste di aiuto, implorazioni per un porto che possa permettere lo sbarco. Gli appelli arrivano da 2 fronti principalmente: dalla ong tedesca Mission Lifeline, la nave Eleonore che ha forzato in queste ore il divieto di ingresso, e ancora una volta dalla Mare Jonio, ancora in balìa del mare con 31 migranti a bordo che sono disposti a tutto, anche a morire, pur di mettere fine al loro ondeggiante inferno. Di questi minuti la notizia della confisca della Eleonore nel porto di Pozzallo.
Multa da 300mila euro per i volontari della Mare Jonio: effetto decreto sicurezza-bis
AGGIORNAMENTO DEL 3/09/19 – “Abbiamo fatto ingresso in acque territoriali con l’autorizzazione formale della Guardia Costiera – scrivono su Twitter gli attivisti della Mediterranea Saving Humans – Adesso ci contestano la violazione del Decreto Sicurezza Bis. È l’ultima vendetta di chi non tollera che l’umanità prevalga“.
??? Abbiamo fatto ingresso in acque territoriali con l'autorizzazione formale della @guardiacostiera. Adesso ci contestano la violazione del #DecretoSicurezzaBis. È l'ultima vendetta di chi non tollera che l'umanità prevalga. #MareJonio
— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) September 2, 2019
E così è stato proprio come raccontato i volontari dalla ong: è stata infatti la Guardia Costiera ad autorizzare l’ingresso, motivo di scontro presumibilmente con il Viminale che ora multa i volontari. La Guardia di Finanza ha raggiunto la nave poco dopo lo sbarco e avrebbe infatti notificato all’equipaggio la violazione del decreto sicurezza bis insieme ad una multa, per questo, pari a 300mila euro. E proprio come la Eleonore, anche per la Mare Jonio è scattato, una volta attraccato, il sequestro cautelativo.
Autorizzato lo sbarco dalla Mare Jonio
AGGIORNAMENTO DELLE 14:45 – Di poco meno di un’ora fa la notizia diramata dalla pagina ufficiale della Mediterranea Saving Humans, attiva su Twitter nel riportare mano a mano il corso degli eventi. “Ci hanno appena comunicato che tra poco la Guardia Costiera farà sbarcare “per motivi sanitari” le ultime 31 persone rimaste a bordo della Mare Jonio – scrivono gli attivisti – La loro odissea è finita ed all’orizzonte si intravede un po’ di umanità. Benvenuti in Europa!”.
Ci hanno appena comunicato che tra poco la @guardiacostiera farà sbarcare “per motivi sanitari” le ultime 31 persone rimaste a bordo della #MareJonio. La loro odissea è finita ed all’orizzonte si intravede un po’ di umanità. Benvenuti in Europa!
— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) September 2, 2019
“Liberté, libertà!”
— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) September 2, 2019
Finalmente.#MareJonio pic.twitter.com/YlNlQZFvcW
Elenore e Mare Jonio in balìa del decreto di ingresso
Due navi diverse, due ong: sulla Mare Jonio i migranti sono 31, i reduci dei 98 iniziali trovati alla nave al largo della Libia in pieno naufragio; sulla Eleonore i migranti sono 104 e sono in attesa di una risposta e di un porto da 8 giorni. La situazione più allarmante psicologicamente e fisicamente sembra però arrivare dalla Mare Jonio, la nave della Mediterranea Saving Humans che era stata ribattezzata “la nave dei bambini” dato l’alto numero di minorenni presenti a bordo dopo il naufragio.
Ancora 31 migranti sulla Mare Jonio
Ripercorrendo velocemente i principali eventi che hanno coinvolto la Mare Jonio in questa settimana, il 29 agosto scorso dopo la firma e controfirma del divieto di sbarco, transito e sosta della nave in acque territoriali italiane da parte del Viminale, si era deciso per lo sbarco dei 22 bambini a bordo – di età inferiore ai 10 anni – e delle 26 donne di cui 8 incinta. Di quelle 98 persone salvate al largo della Libia, a bordo della Mare Jonio ne rimangono quindi 31 che versano in condizioni psicofisiche disarmanti.
Oggi le condizioni meteo sono in peggioramento. Che cosa dobbiamo fare? Dobbiamo andare avanti così, restare in mezzo al mare mentre si aggravano uno dopo l’altro, fino a scendere in barella? Mentre decidono uno dopo l’altro di smettere di bere e mangiare?
— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) September 2, 2019
Condizioni psicofisiche allarmanti
Al di là delle condizioni igieniche, della pregressa violenza subita in Libia che ancora li tramortisce, del continuo sostare in mare senza sapere se ci sarà modo un giorno di toccare terra, anche il meteo gioca la sua carta più brutale. “Stanotte sulla Mare Jonio il temporale ha terrorizzato i 31 naufraghi ancora a bordo”, scrive la Mediterranea Saving Humans nel proprio comunicato. Giusto nella giornata di ieri erano stati fatti sbarcare altri 3 migranti per le critiche condizioni di salute ma la situazione a bordo è invivibile: “Abbiamo inviato una richiesta di revoca del divieto di ingresso in acque territoriali ai ministri che l’hanno firmato e siamo tornati a chiedere un porto sicuro di sbarco prima possibile, come è nostro diritto, e soprattutto diritto dei naufraghi avere“.
Quinto giorno dal salvataggio. #MareJonio, 13 miglia a largo di Lampedusa.
— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) September 2, 2019
Stanotte il temporale ha terrorizzato i 31 naufraghi ancora a bordo. Lampi, tuoni e vento forte sono bastati per farli iniziare a tremare.
Nostro comunicato ?
https://t.co/Oj72YrKcbC
Sciopero della fame e crisi di panico collettive
Ma alle parole degli attivisti a bordo che chiedono di poter evitare, per umanità, di dover riuscire ad ottenere l’autorizzazione a sbarcare facendoli scendere tutti i barella, si aggiunge in queste ore la reazione estrema dei migranti a bordo, molti dei quali hanno deciso di smettere di bere e di mangiare.
“Alcune persone soccorse – si legge nel comunicato – Hanno smesso di bere e mangiare. Ieri si è dovuta imbarcare e rimanere a bordo una psichiatra per dare tutta l’assistenza possibile“. E il futuro è quanto mai incerto: alle condizioni precarie si aggiungerà nelle prossime ore un nuovo peggioramento meteorologico che tornerà a tormentare l’animo delle persone a bordo che già nella notte innanzi a fulmini, tuoni e forti raffiche di vento hanno reagito con una collettiva crisi di panico.
Mentre le condizioni del mare risvegliano il terrore a ogni onda un poco più grande della precedente?
— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) September 2, 2019
Fino a quando? Che cosa dobbiamo aspettare? Che qualcuno compia un gesto irreparabile? Quanto dobbiamo aspettare, prima di vedere riconosciuti i diritti umani?
In questi ultimi momenti anche l’ultimo appello degli attivisti a bordo della Mare Jonio: “Queste donne e questi uomini devono scendere a terra. Non possono più aspettare. Non possiamo più aspettare. Basta. #Fateliscendere“.
Quinto giorno dal salvataggio. #MareJonio, 13 miglia a largo di Lampedusa.
— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) September 2, 2019
Stanotte il temporale ha terrorizzato i 31 naufraghi ancora a bordo. Lampi, tuoni e vento forte sono bastati per farli iniziare a tremare.
Nostro comunicato ?
https://t.co/Oj72YrKcbC
Eleonore: dichiara stato di emergenza e viola il divieto
E mentre sulla Mare Jonio le condizioni sono al limite, la nave Eleonore della ong Mission Lifeline che già aveva visto negata l’autorizzazione ad entrare nelle acque territoriali, forza il divieto di ingresso. La nave in questione, a bordo della quale si trovano 109 migranti recuperati da un gommone in avaria a 43 miglia da Al-Khoms, aveva già chiesto sia all’Italia che a Malta la disponibilità per un porto sicuro senza ricevere risposta positiva.
“Dopo 8 giorni in attesa di un porto sicuro, dopo innumerevoli tentativi di convincere gli Stati a prendere cura di 104 persone, oggi ha deciso il tempo – scrive così Claus Peter Reisch, comandante della Elenonore, su Twitter – A causa della situazione pericolosa per la vita delle persone a bordo, ho dovuto dichiarare lo stato di emergenza“.
Es ist gut zu wissen, dass die Menschen in Italien auf der Seite des internationalen Rechts stehen! https://t.co/qa1j4595Xd
— Claus-Peter Reisch (@ClausReisch) September 2, 2019
Sale la Guardia di Finanza, nave confiscata a Pozzallo
Al momento la Eleonore è arrivata nel porto di Pozzallo dove già era arrivata Cassiopea, nave della Marina Militare, con a bordo 29 persone che si trovavano a bordo di un motoscafo intercettato al largo di Lampedusa. Una manovra quella di Claus Peter Reisch che ricalca quella di Carola Rackete, anche lei spintasi oltre i limiti imposti dal Viminale.
Come si rinviene, la Guardia di Finanze sembra abbia tempestivamente bloccato la Eleonore quando si trovava a circa 4 miglia da Pozzallo. Contestato la violazione del divieto di ingresso, la nave è stata sottoposta dapprima a sequestro amministrativo cautelare sin quando la Eleonora non ha attraccato nel porto siciliano. La nave è stata poi in questi momenti confiscata.
Die Behörden kommen jetzt an Bord.
— Claus-Peter Reisch (@ClausReisch) September 2, 2019
Ihr Lieben! Das Schiff wird jetzt beschlagnahmt. Beteiligt Euch am Kauf eines neuen Schiffes: https://t.co/ZJm3nrsCUc
— Claus-Peter Reisch (@ClausReisch) September 2, 2019
Euer CPR pic.twitter.com/u0MaPvO56C
Matteo Salvini rilancia: “Leggi e confini vanno rispettati“
Intanto Matteo Salvini, ministro dell’Interno uscente e da sempre volto del decreto sicurezza-bis che ora impedisce alle ong di entrare in acque territoriali, si sfoga sugli eventi su Twitter: “Leggi e confini vanno rispettati. Se qualcuno pensa di fregarsene – scrive Salvini in riferimento ai fatti della Eleonore – Senza conseguenze, ha sbagliato di grosso e ha sbagliato ministro: faccio e farò di tutto per difendere l’Italia“.
Leggi e confini vanno rispettati. Se qualcuno pensa di fregarsene senza conseguenze ha sbagliato di grosso e ha sbagliato ministro: faccio e farò di tutto per difendere l’Italia. pic.twitter.com/V1dOA8ZgXl
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) September 2, 2019