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Omicidio Luca Sacchi: il 24enne si sarebbe difeso prima di morire

Pubblicato: 31/10/2019 16:08

Luca Sacchi si sarebbe difeso dai colpi di una mazza da baseball prima di essere ucciso. Stando a quanto riportato dall’Ansa, sarebbe questa una delle prime evidenze emerse in sede di autopsia sul corpo del giovane, freddato con un colpo di pistola alla testa il 23 ottobre scorso a Roma. Le indagini proseguono e gli aspetti da chiarire sarebbero ancora tanti, in un tessuto di approfondimenti in cui gli elementi incerti non si sarebbero del tutto diluiti. E in attesa che si definiscano le posizioni attualmente al vaglio degli inquirenti, la famiglia della vittima ha scelto la via della massima cautela e ribadisce che il ragazzo aveva un profilo assolutamente privo di ombre.

Luca Sacchi si sarebbe difeso dai colpi di mazza

Prima di essere ucciso con un colpo di pistola alla testa, Luca Sacchi avrebbe cercato di difendersi dai colpi inferti con una mazza da baseball. Lo rivelerebbe l’autopsia che, secondo quanto riportato dall’Ansa, avrebbe evidenziato la presenza di segni compatibili con questo scenario. Stando a quanto emerso finora, la vittima avrebbe tentato di proteggersi il viso prima di essere colpito da un proiettile.

Si parlerebbe di lividi riscontrati sulle braccia, che richiamerebbero una colluttazione intervenuta prima dello sparo mortale ai danni del 24enne. Sulla dinamica esatta di quanto accaduto il 23 ottobre scorso ai Colli Albani di Roma, fuori dal pub John Cabot, sono in corso indagini delicatissime e la cautela è d’obbligo.

In carcere, con le accuse di concorso in omicidio, rapina, detenzione e porto abusivo di armi si trovano i 21enni Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, fermati poche ore dopo il delitto.

Analisi sui cellulari

Nell’ambito delle indagini, gli accertamenti in fase di attuazione sui telefoni cellulari potrebbero rivelarsi preziosi. Al vaglio degli inquirenti ci sarebbe l’analisi di una trama di presunti contatti che potrebbe incidere sulla ricostruzione della dinamica dell’omicidio.

Sarebbero almeno 5 i dispositivi sottoposti a verifiche da parte dei carabinieri del Nucleo investigativo, ma tutto è ancora in divenire. Al vaglio ci sarebbe anche la posizione di un amico della vittima, di cui si starebbe ricostruendo la rete di interazioni.

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2019 16:16