Nella lunga e corposa conferenza stampa di fine anno, il Premier Giuseppe Conte ha toccato numerosi temi. Su tutti, fanno rumore le sue parole al vetriolo verso Matteo Salvini e la questione dei porti. Sul suo futuro, inoltre, esclude la possibilità di un terzo governo sotto la sua gestione.
Il piano del governo per i prossimi anni
Nella stessa conferenza in cui ha annunciato la nomina di 2 nuovi ministri all’Istruzione, uno per la Scuole e uno per l’Università e la Ricerca, Giuseppe Conte ha fatto il punto sul suo secondo governo, a 4 mesi dal mandato.
“Siamo stati costretti in questi primi giorni a correre i cento metri – ha detto Conte, riportato poi da Adnkronos – addirittura è stato uno sprint a ostacoli“. Specifica poi quali sono state queste prime difficoltà: “Dovevamo mettere il Paese in sicurezza, occorreva una manovra economica seria, responsabile, non dimentichiamo mai che avevamo il compito improbo di reperire ben 23 miliardi per quanto riguarda l’Iva da disinnescare“.
L’azione del governo da gennaio potrà cambiare, con più tempo per la riflessione: “Abbiamo avanti a noi una maratona di tre anni, marceremo spediti“.
Escluso un suo futuro in un partito
Nel corso della conferenza c’è stato spazio anche per qualche domanda personale sul suo futuro, una volta esaurita anche questa seconda esperienza di governo, caratterizzato da “un confronto che io rivendico. Un dialogo anche acceso, ma mai dei litigi fini a se stessi“.
Quando finirà, tuttavia, non ci sarà un Conte ter: “No, per carità. Non dobbiamo cadere nella tentazione di poter realizzare domani quel che si può realizzare oggi“. Quindi la chiusura ad un possibile partito di “contiani”: “non vedo il mio futuro politico con un partito“.
La polemica sui porti chiusi
Tra i passaggi più significativi, c’è da riportare quello sui porti chiusi e i decreti sicurezza, ora al vaglio del nuovo governo. Segnali incoraggianti però: “Stiamo conseguendo degli ottimi risultati, per certi versi anche migliori rispetto al precedente esecutivo, senza clamori“. Quindi la specifica sulla enorme polemica dell’ultimo anno: “Diciamolo francamente al di là della propaganda: i nostri porti non sono mai stati chiusi“. Non scarica però tutto su Salvini: “Se ho commesso errori me ne assumo le conseguenze. Però se lo spread è salito, non lo ha fatto per le mie dichiarazioni“.
La pericolosità di Salvini
A questo punto è arrivata la domanda specifica su quanto la politica della Lega e di Salvini mettano a rischio la stabilità democratica. Conte ha mediato, senza nascondere però qualche possibile ombra: “Io considero la Lega una forza pienamente legittimata a partecipare al gioco democratico. Secondo me – ha aggiunto – è insidiosa la modalità con cui Salvini interpreta la sua leadership”.
La replica del Leader della Lega
Non si è fatta attendere la risposta di Salvini, che accusa Conte di raccontare solo “balle“. Nello specifico, contesta le modifiche ai Decreti Sicurezza e i numeri sugli sbarchi, secondo il Leader della Lega addirittura aumentati. Stoccata anche sulle nuove nomine: “è troppo innamorato delle poltrone, e infatti dopo aver perso un ministro ne annuncia due nuovi”. Quindi chiude sinteticamente: “Con Conte più poltrone, più sbarchi, più tasse e più balle. A CASA!”.
Con Conte più sbarchi, più tasse, più poltrone e più balle. A CASA! pic.twitter.com/EQE0IQt3jX
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 28 dicembre 2019
Le parole sul Presidente Mattarella
In ultima battuta, il Premier Conte ha riservato anche qualche parola per il Capo dello Stato Sergio Mattarella. Parole di estrema riconoscenza per come “sta interpretando il suo magistero, con equilibrio, con saggezza, è veramente il presidente di tutti gli italiani“. Se da un lato chiude alla sua rielezione in un nuovo governo, si auspica che la guida dell’Italia rimanga nelle mani dell’attuale Presidente: “sarei ben favorevole, ma sono decisioni che non passano dalla mia volontà“.