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Coronavirus, le regole sugli spostamenti: cosa dice il nuovo decreto

Pubblicato: 24/03/2020 21:53

A seguito del nuovo decreto è stato imposto ai cittadini italiani il divieto ad allontanarsi dal proprio comune, se non per situazioni di comprovata necessità. La misura è volta a impedire nuovi esodi dalle regioni del Nord a quelle del Sud e provare così a contenere la crescita dei contagi, che ora conta più di 50.000 persone affette da Covid-19. Per quanto riguarda gli spostamenti, è stata inviata una circolare alle prefetture, in cui viene specificato quali siano le nuove regole per chi deve muoversi.

Stop agli spostamenti fuori dai Comuni

La notizia era già stata rilanciata nei giorni scorsi dal Ministro Speranza ed era già stato specificato come si trattasse a tutti gli effetti di un “divieto di esodo“. Oggi il capo del gabinetto del Viminale Matteo Piantedosi ha inviato una circolare ai Prefetti di tutta Italia, in cui si specificano meglio le misure introdotte. Come anticipato, il punto centrale è “il divieto per tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati dal comune in cui attualmente si trovano“.
Rispetto a quanto permesso inizialmente, ora non è più consentito “il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza“. Solo ieri hanno fatto molto clamore le immagini dell’assalto ai traghetti per il Sud.

Spostamenti consentiti solo per lavoro o salute

Come per la maggior parte dei decreti fin qui emanati, compresi quelli riguardanti le uscite, la circolare specifica che “Tali spostamenti rimangono consentiti solo per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute“. Viene escluso però il semplice rientro a casa, per studenti fuori sede o altri cittadini che vogliono rientrare nel proprio paese.

Per il resto, si legge, valgono le stesse regole fin qui in vigore e la necessità di munirsi della famigerata e aggiornata autocertificazione. Oltre a ragioni di lavoro, si legge, sono consentiti solo “ gli spostamenti per l’approvvigionamento di generi alimentari nel caso in cui il punto vendita più vicino e/o accessibile alla propria abitazione sia ubicato nel territorio di altro comune“. Per tutti gli altri, divieto di cambiare Comune. Come annunciato da Conte nelle scorse ore, sono aumentate anche le sanzioni per chi viola il Decreto.

Le regole per le aziende che restano aperte

L’altro tema sottolineato dalla circolare inviata ai Prefetti è quello riguardante le aziende. L’ultimo dpcm ha infatti chiuso tutte le attività non essenziali, provvedendo poi a fornire una lista di chi può rimanere aperto. Tuttavia, si legge, “l’operatore economico è tenuto a comunicare al Prefetto della provincia ove è ubicata l’attività produttiva la continuità delle filiere delle attività [..], indicando specificamente le imprese e le amministrazioni beneficiarie dei prodotti e servizi attinenti alle attività consentite“.

Anche chi può stare aperto deve richiedere l’ok

Successivamente alla comunicazione, “spetta al Prefetto una valutazione in merito alla sussistenza delle condizioni attestate dagli interessati” e sarà quindi lui a disporre l’apertura o la chiusura dell’attività. Importante specificare anche che il decreto “non introduce una forma di preventiva
autorizzazione
da parte di codeste Autorità
“, quindi anche coloro che possono restare aperti dovranno comunque contattare la prefettura per l’autorizzazione.

A tal proposito, la circolare specifica anche che arriveranno “appositi modelli di comunicazione, utilizzabili dagli interessati per le finalità di cui alla normativa in argomento“.