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Coronavirus, apparecchiature sabotate: Dovevano entrare in funzione oggi

Pubblicato: 01/04/2020 18:23

Un gesto ignobile quello compiuto al San Camillo di Roma che fa indignare ancora di più in questo momento vista l’emergenza in cui ci troviamo. 

Nella notte del 1 aprile alcuni delinquenti sono entrati nel laboratorio dei test per Covid 19  del San Camillo e hanno sabotato le apparecchiature. Il laboratorio sarebbe dovuto entrare in funzione oggi, ma al momento non sarà possibile. 

La denuncia dell’assessore D’Amato “I colpevoli dovranno essere puniti”

A denunciare l’accaduto è l’assessore alla sanità e l’integrazione sociosanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato, che tramite comunicato fa sapere che “Ho appreso dal Direttore generale dell’Azienda Ospedaliera San Camillo che questa notte è avvenuto un sabotaggio delle apparecchiature del laboratorio per test Covid-19 che doveva essere attivato oggi”. 

L’assessore si esprime duramente anche sui colpevoli di questa pessima vicenda: “Un fatto gravissimo che ci indigna. È stata presentata denuncia ai carabinieri, i colpevoli dovranno essere puniti”. 

Sconosciuti i colpevoli e i motivi del gesto 

Al momento le indagini sono ancora in corso. Secondo quanto riportato dal  Messaggero i carabinieri stanno effettuando i rilievi dei laboratori e vagliando attentamente le registrazioni delle telecamere, nella speranza che siano riuscite a riprendere i colpevoli.

Per ora nulla si sa su coloro che hanno compiuto tale atto, né su quali siano i motivi di questo vile atto che fa ancora più irritare vista le difficoltà che sta già affrontando la sanità italiana.

I tecnici, si apprende sempre dal quotidiano romano, si sono messi sin da subito all’opera per riparare le apparecchiature, ma non è possibile sapere quando torneranno pienamente in funzione. 

Ospedali in sofferenza, l’aiuto degli altri Paesi

Il San Camillo, come altre strutture sanitarie, ha difficoltà nell’affrontare l’emergenza Coronavirus. A dare un leggero sospiro di sollievo ai diversi ospedali italiani sono arrivati i medici provenienti da altri paesi come Albania, Russia, Cuba e Cina.

Per aiutare i medici e gli infermieri occorre ancora stare a casa almeno fino al 13 aprile viste le nuove misure restrittive del governo.