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Coronavirus, l’appello di Federfarma: mascherine con prezzo imposto o stop alla vendita

Pubblicato: 23/04/2020 16:52

“Non sembra rimanere altra strada che suggerire alle farmacie di astenersi dalla vendita di mascherine. Ha il sapore amaro dell’ultimatum, il comunicato di Federfarma. L’associazione di categoria dei titolari di farmacie lancia l’ennesimo appello chiedendo alle autorità competenti di regolamentare il mercato delle mascherine, così essenziali nella lotta al Coronavirus. I dpi – dispositivi di protezione individuale – rivestiranno un ruolo cardine nella Fase 2, sulla quale giorno dopo giorno trapelano nuove informazioni. Seguendo l’esempio della Lombardia, pare che le mascherine saranno obbligatorie per ogni spostamento, sia per recarsi a lavoro che per visitare parenti o amici. Disposizioni che si scontrano con la realtà dei fatti: ancora oggi guanti e mascherine sono spesso introvabili o vendute a prezzi proibitivi.

Prezzo imposto e taglio dell’IVA

Federfarma reagisce con una serie di proposte concrete per evitare il protrarsi di speculazioni. Fondamentale è controllare il costo massimo che le mascherine possono raggiungere e garantire costanti approvvigionamenti. Per questo l’associazione chiede alle autorità competenti di imporre un prezzo fisso a cui vendere i dispositivi in farmacia, così da dare un prezzo di riferimento a grossisti e rifornitori. Propone inoltre di ridurre l’IVA al 4% rispetto all’attuale 22%, “in modo da garantirne la vendita a prezzi equi e accessibili a tutti”.

Federfarma chiede meno burocrazia

Dure critiche anche nei confronti degli “inutili adempimenti burocratici” che rischiano di rallentare l’immissione nel commercio delle mascherine. Federfarma chiede di poter vendere i dispositivi anche senza il marchio CE “premunendosi di acquisire da produttori (…) le necessarie certificazioni”. Questo per evitare che si ripetano situazioni simili a quella di inizio mese, quando milioni di mascherine senza l’ok dell’ISS sono rimaste bloccate in stock per giorni.

Sanzioni e salute a rischio per i farmacisti

Il quadro dipinto da Federfarma ha toni cupi. I farmacisti, che mettono a rischio la propria salute per tener aperte le attività, sono anche le prime vittime dell’alterazione dei prezzi delle mascherine, rialzati alla fonte. L’associazione accusa “gli innumerevoli controlli effettuati dalle autorità con l’elevazione di pesantissime sanzioni (…) e, ancor più grave, con il sequestro di dispositivi”. I controlli burocratici, unica azione concreta constatata dai farmacisti, altro non fanno che “lasciare la popolazione esposta al rischio di contagio”. Federfarma ribadisce di esser pronta a collaborare con le autorità, ma lancia un avvertimento: in assenza di un rapido intervento le farmacie si vedranno costrette a sospendere la vendita di mascherine. Il tempo passa. L’azione del governo su questo fronte, per il momento, latita.