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Omicidio Mario Cerciello Rega: Natale Hjorth chiede i domiciliari

Pubblicato: 24/09/2020 20:22

Continua il processo a carico di Gabriel Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder, i due ragazzi americani accusati dell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega nella notte del 26 luglio 2019. Undici le collettame inferte a Cerciello Rega, morto sull’asfalto di via Pietro Cossa, vicino Piazza Cavour, per grave shock emorragico di fronte agli occhi del collega Andrea Varriale.

Cerciello si era sposato da poco più di un mese con la sua Rosa, che non ha mai perso un’udienza insieme al padre, che lo scorso luglio è stato colto da malore. Era in aula anche lo scorso 16 settembre, quando Finnegan Elder Lee ha letto la sua lettera in cui chiedeva perdono per quanto accaduto.

Hjorth chiede i domiciliari

I legali del giovane californiano, Gabriel Natale Hjorth, hanno fatto richiesta di trasferimento del loro assistito agli arresti domiciliari a casa dei nonni a Fregene. La richiesta è stata depositata alla prima corte d’Assise di Roma, aggiungendo anche l’eventualità di applicare il braccialetto elettronico in caso di accettazione della richiesta.

Secondo quanto riferito dai legali, non sussisterebbero rischi di fuga né tantomeno di reiterazione di reato. Ora bisogna attendere la decisione dei giudici che arriverà nelle prossime settimane. Gabriel Natale Hjorth non è l’esecutore materiale della morte di Mario Cerciello Rega, mentre l’amico Finnegan Lee Elder infieriva sul vicebrigadiere, lui era impegnato nella lotta con l’altro carabiniere, Andrea Varriale; a suo carico pende l’accusa di omicidio in concorso.

La lettera di scuse di Finnegan Lee Elder

Durante l’ultima udienza tenutasi lo scorso 16 settembre, di fronte alla prima corte d’Assise di Roma, Finnegan Lee Elder ha letto una lunga lettera in cui chiedeva perdono alla famiglia. “Quella notte è stata la peggiore della mia vita” ha scritto, “Ho tolto la vita ad una persona, ho tolto un marito a sua moglie, ho rotto un legame tra fratelli. Ho tolto un figli oa sua madre. Non potrò mai perdonarmi di tutto questo”.

Nella sua lettera Finnegan Elder Lee parla di rimorsi profondi: “Non sarò mai capace di perdonarmi per questo e non mi aspetto che la famiglia di Cerciello possa farlo oggi, sarà difficile, ma spero che un giorno potrà farlo. (…) Vorrei tornare indietro per cambiare le cose, ma non posso. Tutto ciò che posso dire è che provo del rimorso. Ho dolore per le sofferenze che ho arrecato”.

La morte di Mario Cerciello Rega aveva lacerato la serenità di un’estate spensierata e della sua vita da neo-sposo dopo anni di attesa. Lui e la sua Rosa aveva sognato quel giorno da anni ma, complici le terribili complicazioni della vita, che tante volte pare volerci metter lo zampino per forza, è arrivato 43 giorni prima della morte, che ha separato Mario dagli affetti, dalla moglie e da quei figli che non nasceranno mai e che tanto erano attesi, per coronare quel sogno d’amore perfetto che aveva superato ogni avversità.