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Martina Rossi morta durante un tentativo di stupro di gruppo: la condanna a 3 anni nell’Appello bis

Pubblicato: 28/04/2021 20:05

Si è concluso con una condanna il processo d’Appello bis per la morte di Martina Rossi, la 23enne che ha perso la vita dopo essere caduta da un balcone mentre si trovava a Palma di Maiorca il 3 agosto 2011. La sentenza riconosce il tentativo di violenza sessuale di gruppo agli imputati Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, assolti nel primo processo d’appello. È finito invece in prescrizione il reato di morte in conseguenza di altro reato.

Martina Rossi: la condanna in Appello bis

Un iter processuale complicato, che ha portato alla condanna a 3 anni per Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, imputati per la morte di Martina Rossi. I due avrebbero provato a commettere una violenza sessuale ai danni della studentessa, che nel tentativo di fuga sarebbe precipitata dal balcone dell’hotel a Palma di Maiorca, in Spagna.

La sentenza riconosce la tentata violenza sessuale di gruppo, mentre è prescritto il reato di morte in conseguenza di un altro reato per cui Albertoni e Vanneschi sono stati condannati in primo grado dal Tribunale di Arezzo a 6 anni. L’avvocato degli imputati ha dichiarato che impugnerà la sentenza di condanna in Cassazione.

L’Appello bis per la morte di Martina Rossi

La Corte d’appello di Firenze ha quindi riconosciuto colpevoli Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, accogliendo la richiesta del pg Luigi Bocciolini. Il processo è stato celebrato per la seconda volta dopo l’annullamento da parte della Corte di Cassazione della prima sentenza in Appello, che aveva assolto i due uomini. Gli Ermellini l’avevano definita “incompleta” e “illogica”, scartando l’ipotesi del suicidio della vittima.

Le parole del padre di Martina Rossi

Soddisfazione da parte dei genitori della ragazza, che vedono almeno riconosciuta la causa della morte della figlia. Bruno Rossi, il padre di Martina, ha dichiarato: “Dicono che il sole vada ai belli ma oggi è andato anche ai giusti. Questa è la fine di un tentativo di fare del nuovo male a Martina. Questa volta non ci sono riusciti“.

Bruno Rossi ha sottolineato come sia necessario difendere le donne ed eliminare disparità economiche che possano pregiudicare il raggiungimento della giustizia. Il procedimento giudiziario per la morte di Martina Rossi è durato 10 anni, e il padre ammette che sarebbe stato difficile da sostenere se non ne avesse avuto la possibilità economicamente. “Bisognerebbe pensare che nel nostro Paese si può ammazzare una persona e fare 3 anni di prigione. Il mio primo pensiero è legato a lei, ai suoi valori. Lei non ha fatto del male, ha perso la vita“, conclude.