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Elezioni comunali, le grandi città alla sfida del voto: impresentabili e partiti “feriti” dalle inchieste

Pubblicato: 02/10/2021 12:30

Le elezioni comunali si chiudono con una campagna elettorale particolare, in cui più dei candidati chiamati a governare più di mille città italiane hanno tenuto banco inchieste e smottamenti che hanno investito i partiti. Alta la posta in gioco, soprattutto per quanto riguarda i capoluoghi chiamati al voto: Milano, Roma, Napoli, Bologna e Torino, bottino che nell’era della predominanza sulla scena politica di Draghi, centro-destra, PD e Movimento 5 Stelle vogliono portare a casa.

Ultimi giorni venati da inchieste che hanno investito più o meno tutti, da Luca Morisi, ideologo di Matteo Salvini, a Mimmo Lucano, candidato alle regionali in Calabria e figura di riferimento del centro-sinistra. Poi lo scandalo dei “fondi neri” esplosa poco prima del silenzio elettorale, che ha portato all’apertura di un nuovo, pesantissimo, fascicolo per Fratelli d’Italia, provocando le ire di Giorgia Meloni.

Elezioni comunali: la battaglia dei partiti per le città al voto

Elezioni comunali come mai specchio della politica nazionale. Mentre i candidati sono passati in secondo piano, in una battaglia spesso spoglia di grandi trascinatori e con promesse di rinascite cittadine deboli, a tenere banco è lo stato di salute dei partiti. Appiattiti sul governo Draghi, con le politiche ancora presumibilmente lontane, centro-destra, PD e Movimento 5 Stelle si fronteggiano nei grandi capoluoghi italiani, per misurare la forza e prendere le misure in vista di alleanze per elezioni ben più pesanti.

Al centro Roma, Milano, Torino, Bologna e Napoli, ma 12 milioni di italiani voteranno in oltre mille città d’Italia e per le regionali in Calabria, dopo la morte di Iole Santelli. Elezioni anche in due circoscrizioni, Siena e Primavalle-Roma per le suppletive della Camera. A Siena schierato addirittura il segretario del PD Enrico Letta, che non si tira indietro di fronte alla sfida elettorale.

Roma: sfida tra Raggi, Michetti, Gualtieri e Calenda

Sfida sanguinosa nella Capitale, dove la dialettica politica è stata particolarmente verace. In lizza la sindaca uscente Virgina Raggi, che ieri ha chiuso la campagna elettorale sul palco di piazza Bocca della Verità. Per la sindaca che cerca il secondo mandato, spalleggiata da Giuseppe Conte e tutto il Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo assicura già un futuro politico: “Non sparirai nel caso non vincessi la carica di sindaco, non sparerai dal Movimento, sei nel comitato dei garanti“, ha dichiarato il fondatore.

Pezzi grossi a Roma per l’antivigilia delle elezioni comunali anche per il centrodestra. Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani a Spinaceto si sono schierati per Enrico Michetti. Dopo le piccole gaffe dei giorni scorsi, con Meloni che arrivava e Salvini che andava via, i leader della Lega e Fratelli d’Italia sconquassati dalle cronache giudiziarie si sono fatti immortalare in un lungo abbraccio.

Sceglie un quartiere periferico della Capitale anche l’ex ministro Roberto Gualtieri, che chiude la corsa a San Basilio. Tanta la fiducia di arrivare al ballottaggio, e non è mancata la frecciatina a Fratelli d’Italia, travolto dall’inchiesta di Fanpage sui fondi neri. Il candidato si è definito “inquietato” da quanto sta emergendo. Sceglie invece la centralissima piazza del Popolo Carlo Calenda, che scommette su un ballottaggio giocato tra lui e Gualtieri.

I nove impresentabili alle elezioni comunali e regionali

La Commissione parlamentare Antimafia ha presentato la lista degli impresentabili per queste elezioni comunali e regionali. In caso di elezione, per la Legge Severino, i candidati sarebbero sospesi dalle cariche, anche in assenza di una condanna. Dei nove bocciati, quattro sono a Roma: Marcello De Vito e Maria Capozza (FI), Viorica Mariuta e Antonio Ruggiero (MIS).

Gli altri cinque corrono a Cosenza, Gianluca Guarnaccia; Siderno con Domenico Barbieri; a Bologna Riccardo Monticelli; Napoli con Carlo De Gregorio. Infine, Franco Metta, che si candida a Cerignola, ma ritenuto incandidabile avendo fatto parte di un comune sciolto per mafia.

Tra gli incandidabili anche Mimmo Lucano

Tra gli incandidabili, unico nelle regionali, il candidato nella coalizione di Luigi De Magistris Mimmo Lucano. L’ex sindaco di Riace è stato condannato in primo grado per vari reati, tra cui favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Una sentenza pesantissima a 13 anni e 2 mesi che fa discutere, con pezzi della politica e della società civile che sono scesi in campo per difendere il modello di accoglienza e integrazione messo in piedi da Lucano.

Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare Antimafia, ha dichiarato: “Mi piacerebbe che la stessa attenzione e la stessa inflessibilità mostrata con Lucano venisse manifestata da altri Tribunali e Procure nei confronti di altri soggetti, che magari sono stati oggetto di esposti senza che però vi sia stato alcun provvedimento da parte delle Procure“.

Ultimo Aggiornamento: 02/10/2021 15:05