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Yara, la richiesta di Bossetti sui campioni di Dna nuovamente respinta: “Io trattato come un pacco postale”

Pubblicato: 28/01/2022 10:50

Massimo Bossetti incassa un nuovo no alla richiesta presentata dalla sua difesa sui campioni di Dna relativi all’omicidio di Yara Gambirasio, delitto per cui è stato condannato all’ergastolo in via definitiva. Il Tribunale di Bergamo avrebbe dichiarato inammissibile l’istanza dei legali per conoscere stato e luogo di conservazione dei reperti. Dal carcere, lo sfogo del detenuto in una lettera.

Yara Gambirasio, respinta la richiesta di Massimo Bossetti sui campioni di Dna

Nelle ultime ore, cristallizzata nell’ennesimo “no”, sarebbe arrivata la decisione della Corte d’Assise di Bergamo sulla richiesta della difesa di conoscere lo stato e il luogo di conservazione dei campioni di Dna oggetto di confisca nel caso Gambirasio, dopo l’annullamento con rinvio disposto in Cassazione lo scorso 26 luglio 2021 in relazione all’istanza dei legali di Massimo Bossetti, Claudio Salvagni e Paolo Camporini .

I legali del muratore di Mapello, detenuto presso il carcere di Bollate con una condanna definitiva a suo carico per l’omicidio della 13enne di Brembate di Sopra, avevano presentato alcuni quesiti chiedendo di sapere dove si trovano i reperti e se questi sono conservati rispettando le linee guida internazionali secondo i protocolli per evitarne il deterioramento. In passato, i giudici si erano già espressi con un rigetto alla richiesta di accesso e analisi dei campioni stessi.

Yara Gambirasio, le parole di Massimo Bossetti dopo il nuovo no del Tribunale sui campioni di Dna

Yara Gambirasio scomparve da Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, il 26 novembre 2010. 3 mesi più tardi, il ritrovamento del suo corpo in un campo a Chignolo d’Isola e nel 2014 l’arresto di Massimo Bossetti, ritenuto in via definitiva autore dell’omicidio. In carcere, da allora, l’uomo non ha mai smesso di dirsi innocente e di chiedere nuovi esami sui reperti. Analisi finora mai concesse.

E sempre dal carcere, come reso noto dalla trasmissione Iceberg – condotta da Marco Oliva su Telelombardia – che ha trattato gli ultimi aggiornamenti con gli avvocati Salvagni e Camporini, Massimo Bossetti ha scritto una lettera indirizzata al programma per ribadire la sua posizione. Parole, riportate anche dall’Ansa, arrivate a margine dell’ultimo no dei giudici: “Sono confinato trattenuto dentro a queste mura che ogni giorno mi stanno sempre più strette, continuo nel vedermi la dignità disconosciuta, disprezzata, calpestata e i miei diritti fondamentalmente ignorati e violati. Io trattato come un pacco postale, sono una persona scomoda“.

Ai microfoni dello stesso format, riferisce ancora l’agenzia di stampa, Salvagni ha così commentato: “La Corte di Bergamo probabilmente pensa di essere superiore alla Corte di Cassazione, se i principi di questa vengono disattesi. Se pensano che la difesa abbandoni per stanchezza si sbagliano di grosso. Stiamo già lavorando al quinto ricorso. Per noi – ha aggiunto l’avvocato di Bossetti – è fondamentale conoscere questo stato di conservazione perché come è noto affinché si possano fare delle analisi sul Dna occorre che questo sia stato conservato a temperatura costante e sotto lo zero cosi com’era custodito al San Raffalele di Milano prima della confisca“.

Ultimo Aggiornamento: 28/01/2022 20:55