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Rilasciata Marina Ovsyannikova, giornalista dell’irruzione televisiva contro la guerra: condannata a una multa

Pubblicato: 15/03/2022 20:34

Marina Ovsyannikova, la giornalista di Pervyj kanal, Canale Primo, la prima emittente della televisione di Stato russa, è stata rilasciata dopo essere stata detenuta per 14 ore. Ovsyannikova è stata protagonista di un intervento in diretta alla televisione russa, dove ha mostrato un cartellone contro la guerra in Ucraina. La giornalista aveva rilasciato poco prima un video in cui criticava l’invasione russa, invitando la gente a manifestare in strada. Ovsyannikova nel suo messaggio ha citato anche l’avvelenamento di Alexei Navalny, uno degli esponenti più noti dell’opposizione in Russia, per cui oggi sono stati richiesti altri 13 anni di prigione.

Marina Ovsyannikova rilasciata: condatta per illecito amministrativo a una multa

Marina Ovsyannikova è di nuovo libera, dopo l’allarme suscitato dalla sua scomparsa ieri sera. La giornalista è stata arrestata e detenuta per 14 ore per essere interrogata, ma la Polizia non ha rilasciato informazioni agli avvocati del gruppo per i diritti umani russo OVD-Info su dove si trovasse. Oggi è ricomparsa in una foto insieme all’avvocato Anton Gashinsky, in attesa di sentenza, diffusa su Telegram. Ovsyannikova, fa sapere la CNN, è stata condannata per l’azione alla televisione di Stato Pervyj kanal a un “illecito amministrativo”, e a pagare una multa di 30mila rubli, circa 255 euro.

L’avvocato per i diritti umani Gashinsky ha dichiarato che i due si trovavano al Tribunale distrettuale di Ostankino, zona nord di Mosca. Secondo la BBC, Ovsyannikova si è dichiarata “non colpevole” dall’accusa di aver organizzato una manifestazione pubblica non autorizzata. “Non mi è stato permesso di mettermi in contatto con la mia famiglia o gli amici, mi è stato negato l’accesso a un avvocato“, ha dichiarato la giornalista, che ha insistito sul fatto che l’irruzione televisiva sia stata una sua idea.

Il rischio della condanna a 15 anni di carcere e l’invito ai russi a manifestare contro la guerra

Marina Ovsyannikova ha rischiato di essere condannata a 15 anni di carcere, come permette la legge emanata dalla Duma, per il reato di “diffusione pubblica di informazioni consapevolmente false sulle forze armate” russe. La legge fa parte del giro di vite che il regime di Mosca ha dato alla libera informazione, specialmente in merito a quella che Putin definisce “operazione militare speciale” in Ucraina. Dall’inizio dell’invasione sono migliaia i russi arrestati per aver manifestato pacificamente contro l’intervento, quasi 15mila secondo OVD-Info dal 24 febbraio. Il dissenso però non si ferma, e si moltiplicano le azioni dei russi contro la guerra.

Ovsyannikova ha chiesto ai russi di continuare a scendere in piazza in un video registrato poco prima della sortita a Pervyj kanal: “Non possono arrestarci tutti“, ha dichiarato, “Quello che sta succedendo in Ucraina è un crimine. La Russia è l’aggressore, la responsabilità di questa aggressione è di una sola persona, si chiama Vladimir Putin“. La giornalista si è dichiarata pentita di aver contribuito a diffondere “la propaganda del Cremlino” tramite il suo lavoro: “Mi vergogno molto per questo, mi vergogno di aver permesso che i russi diventassero zombie“.

L’intervento dell’ONU per la liberazione di Marina Ovsyannikova

Sul caso è intervenuto anche l’ONU, dopo la segnalazione della scomparsa di Ovsyannikova da parte di OVD-Info. Ravina Shamdasani, portavoce dell’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, ha chiesto alle autorità russe che la giornalista non subisca rappresaglie “per esercitare il suo diritto alla libertà di espressione“. Anche il presidente francese Emmanuel Macron, in contatto costante con Putin, si è dichiarato pronto ad assicurare a Ovsyannikova protezione, tramite l’accoglienza in ambasciata o l’asilo politico in Francia.