Il cadavere di Marta Di Nardo, la 60enne scomparsa a Milano da due settimane, è stato trovato nell’abitazione di un vicino di casa in via Pietro Da Cortona 14, nello stabile in cui entrambi abitavano, sullo stesso pianerottolo. I carabinieri della compagnia di Porta Monforte sono entrati ieri pomeriggio nell’abitazione di Domenico Livrieri per un sopralluogo, durante il quale sono state trovate tracce di sangue e successivamente il cadavere. L’uomo, 46 anni, è stato condotto in serata in caserma per essere interrogato. Dopo un’iniziale resistenza, l’uomo ha confessato l’omicidio, aggiungendo anche il movente. Tormentato dalla tossicodipendenza ha detto: “L’ho uccisa per il suo bancomat”.
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La macabra scoperta durante il sopralluogo e la confessione
Durante il sopralluogo, i carabinieri, hanno inizialmente rinvenuto delle tracce di sangue, poi i resti della 60enne: il cadavere tagliato a metà, uccisa in una data che il medico legale e i periti dell’autopsia dovranno stabilire. In serata, sono giunti nell’appartamento, il pm milanese Leonardo Lesti, il medico legale e i vigili del fuoco, intervenuti per il recupero dei resti. Sul posto è arrivata intorno alle 21.15 anche la polizia mortuaria. L’uomo, sempre presente all’interno dell’abitazione per tutta la durata dei sopralluoghi, inizialmente non ha ammesso il delitto né fornito alcuna spiegazione su quanto accaduto. Dopo alcune ore di interrogatorio, però, è crollato e ha confessato il delitto.
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Il crollo e la confessione
Dopo un silenzio iniziale, Livrieri ha deciso di fornire dichiarazioni spontanee agli inquirenti, ammettendo il femminicidio. “L’ho accoltellata per il bancomat, poi l’ho tagliata in due, con i coltelli da cucina, l’ho avvolta in una coperta e l’ho nascosta nel soppalco”. Alla confessione ha poi aggiunto alcune frasi non chiarissime. La prima ricostruzione è che si sarebbe appropriato del bancomat di Marta Di Nardo. Sono in fase di accertamento eventuali prelievi dalla carta.
“Non volevo, sono dispiaciuto”, ha detto più volte Livrieri. Ha poi provato a ricostruire l’accaduto. Dopo averla uccisa a coltellate sul collo, non sapendo dove nascondere il cadavere, ha deciso di tagliarlo in due usando alcuni coltelli da cucina. Una volta effettuata l’operazione, con molta difficoltà, ha portato i resti nel soppalco, avvolti in una coperta. Ma visti i cattivi odori ha provato a entrare più volte in casa della vittima per lasciarla lì, senza riuscirci. Il luminol ha evidenziato pesanti chiazze di sangue, pulite alla meglio, per tutto l’appartamento di Livrieri.
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Il pm: “Livrieri ha provato a scappare il 16 ottobre”
Leonardo Lesti, il pm che si occupa del caso, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa. Il giorno prima che fosse denunciata la scomparsa di Marta De Nardo, il 16 ottobre, Livrieri avrebbe raggiunto Malpensa. “Verosimilmente nel tentativo di allontanarsi dal territorio nazionale, non riuscito probabilmente per la mancanza di idonee fonti economiche“, dice Lesti, che ha disposto il fermo dell’uomo, per la sussistenza del rischio di fuga.
La scomparsa di Marta
Il finale peggiore per un caso che sembrava avere già tantissime ombre. Nessuno aveva creduto all’ipotesi di allontanamento volontario. Il telefono di Marta Di Nardo non dava segni di vita dalla notte tra il 4 e il 5 ottobre e sin dall’inizio nessuna delle persone che la conoscevano e frequentavano aveva saputo spiegare una sparizione così repentina, un taglio dei ponti così netto. Nemmeno il figlio, che aveva quasi del tutto rotto i rapporti con la madre, tanto da visitarla non più di un paio di volte l’anno; né il presunto compagno, un anziano signore conosciuto presso una delle comunità dove la donna era stata presa in cura per la sua grave forma di ludopatia.
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Domenico Livrieri aveva problema psichici
Accasciato su una sedia in cucina, il volto scavato da anni di problemi di tossicodipendenza, lo sguardo fisso sul pavimento, Domenico Livrieri ha assistito al sopralluogo senza fornire particolari. Gli agenti si erano insospettiti dai forti odori provenienti da quegli ambienti, hanno insistito alla ricerca del corpo, scoperto dietro una porta chiusa a chiave. Le domande su dinamica e movente sono arrivate dal pm, prima del fermo e del viaggio destinazione San Vittore.
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