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Open Arms, Salvini si difende: “Conte era d’accordo ma poi…”

Pubblicato: 12/01/2024 13:50

Matteo Salvini, leader della Lega, ha occupato il banco degli imputati per 59 minuti di dichiarazioni spontanee durante il processo Open Arms, tenutosi nell’aula-bunker di Palermo. Il processo riguarda l’accusa di sequestro di persona nei confronti dell’ex ministro dell’Interno, relativa al ritardato sbarco di 147 migranti nell’agosto del 2019.

Salvini: “Numero di morti e dispersi si è ridotto”

“Noi oggi siamo qui a parlare, e lo faccio in totale serenità, di qualcosa che io ho fatto come mio dovere per difendere il paese la sua dignità, le sue regole e i suoi confini con il risultato che più mi è caro, e non è la riduzione del 90% degli sbarchi e l’avere fatto risparmiare centinaia di milioni al paese o di avere collaborato all’arresto di scafisti, ma è stato che in quelle due estati 2018 e 2019, il numero di morti e dispersi si è assolutamente ridotto e questa è una cosa di cui vado fiero”, ha affermato Salvini.

L’attacco a Giuseppe Conte

L’ex ministro si è difeso, ricordando il suo operato nel governo di Lega e Movimento 5 Stelle, e ha poi rivolto le sue critiche all’ex premier Giuseppe Conte. “Non è mai mancata l’assistenza a Open Arms. E mai ci siamo opposti agli interventi in favore di donne incinta e altri migranti in difficoltà – ha sottolineato l’attuale vicepremier e ministro di Trasporti e Infrastrutture -. Per quanto riguarda i minori è stata l’Avvocatura di stato, il 19 agosto, a usare il termine ‘presunti minori’, riferendosi a uno sbarco avvenuto il 17 agosto. Il termine ‘presunto’ non era un dispregiativo ma proveniva dal fatto che poi alcuni di questi non lo erano”.

Salvini ha poi precisato il suo punto di vista sulla gestione della crisi con la Open Arms, evidenziando una divergenza di approccio con il premier dell’epoca: “Conte ha condiviso tutte le scelte di politica migratoria tranne quella relativa alla Open Arms – puntualizza quindi Salvini – e questo si spiega facilmente se si pensa che tra l’8 e il 9 agosto si era aperta la crisi di governo con la mozione di sfiducia al premier”. Questa spaccatura politica, secondo il leader della Lega, sarebbe stata influenzata esclusivamente dalla volontà del Movimento 5 Stelle di rompere con il governo giallo-verde.

Durante la sua deposizione, Salvini ha anche delineato la dinamica comunicativa tra lui e Conte durante la crisi Open Arms. “In tutte le centinaia di episodi precedenti – ha spiegato Salvini – ci sentivamo al telefono per le varie questioni. Con Open Arms, invece, Conte iniziò un carteggio. Il 14 agosto per la prima volta mi scrisse riferendosi ai minorenni a bordo e invitandomi a prendere le decisioni conseguenti. Noi rispondemmo a Ferragosto mentre coordinavamo le forze pubbliche in un patto anti-camorra”.

Salvini e 5 Stelle: “Quello che ho fatto con la Diciotti andava bene”

Salvini ha proseguito, descrivendo come il 16 agosto il presidente del Consiglio avesse rinnovato le sue critiche alle scelte dell’allora ministro, e come quest’ultimo avesse risposto il giorno seguente. “Un comportamento epistolare che rappresenta la cesura politica che ora mi porta qua sul banco degli imputati. Per i 5 Stelle quello che ho fatto con la Diciotti andava bene, quel che ho fatto con la Open Arms no, ma la verità è che il problema era politico”, ha concluso Salvini.

La deposizione di Salvini al processo Open Arms mette in luce la complessità e la sensibilità delle questioni legate alla politica migratoria e alla sicurezza nazionale, e pone un accento critico sulle dinamiche interne al precedente governo italiano. La vicenda Open Arms rimane un punto di riferimento nel dibattito pubblico sulla gestione dei flussi migratori e sulle responsabilità politiche in situazioni di emergenza umanitaria. Le dichiarazioni di Salvini, cariche di implicazioni politiche, continuano a suscitare ampio dibattito tra i sostenitori e i critici delle sue politiche, riflettendo l’importanza e la complessità della tematica migratoria nell’attuale contesto politico italiano.

Il processo Open Arms si configura, dunque, non solo come un evento giudiziario, ma anche come un momento significativo di riflessione sulla politica e sulla società, mettendo in evidenza la necessità di bilanciare sicurezza, diritti umani e responsabilità politica. Le parole di Salvini nell’aula-bunker di Palermo riecheggiano nel dibattito pubblico, aggiungendo un ulteriore capitolo a questa complessa storia politica e umana.

Ultimo Aggiornamento: 12/01/2024 15:07