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Strage di Erba, la confessione in un video inedito: “Abbiamo ucciso Raffaella Castagna perché ci ha denunciati”

Pubblicato: 26/02/2024 11:57
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Olindo Romano e Rosa Bazzi hanno confessato il 10 gennaio del 2007 di aver commesso la strage di Erba, avvenuta l’11 dicembre del 2006, venendo poi condannati all’ergastolo. Da qualche tempo però hanno deciso di ritrattare e sono riusciti persino ad ottenere la revisione del processo. Ma in un video rimasto finora inedito, recentemente diffuso dalla trasmissione di Rete 4, Quarto Grado, risalente al 24 febbraio 2007, lo stesso Olindo racconta come hanno assalito e tolto la vita a sprangate e a coltellate a Raffaella Castagna, al figlio Youssef, alla madre Paola Galli e alla vicina Valeria Cherubini.
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La confessione di Olindo Romano

“La comunicazione del processo è arrivata tre mesi prima (quello che vedeva i due coniugi accusati di aver aggredito Castagna, ndr). – racconta Olindo Romano nel video di Quarto Grado – La cosa che mi ha dato più fastidio è stata questa, che in quei giorni lì, il marito è arrivato dentro con il furgone tutto scassato. Raffaella ha detto a mia moglie ‘quando andiamo in tribunale, con i soldi che prendiamo, ci compriamo un furgone noi‘. Lì non ci abbiamo più visto. Abbiamo provato a seguirla per darle giù quattro legnate. Poi ci è andata male. Quella sera lì ci è andata bene. Io non voglio giustificarmi. Noi non avevamo un piano per ammazzarli, volevamo solo dare una fila di botte”.
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“L’aspettavamo nel portoncino con la spranga di ferro. – prosegue l’agghiacciante racconto di Olindo Romano – Quella sera lì ci è andata bene perché siamo arrivati e c’era la porta aperta. La terza volta è andata bene. Io avevo la spranga e mia moglie il coltello. Quella sera sono entrato prima io perché mia moglie è piccolina, aveva mal di testa. La prima che c’era davanti era Raffaella. Due colpi, un colpo ed è caduta per terra secca. La madre idem. Non ho visto cosa ha fatto mia moglie. Ma sicuramente è andata là e ha sgozzato il bambino”.

“Poi non so se ha dato qualche coltellata anche a Raffaella. Dopo abbiamo dato fuoco, abbiamo chiuso la porta, e ce ne siamo andati. Io sono tranquillissimo. Però la spugna quando è piena, esplode. Avevo anche vergogna ad andare a suonare il campanello e a dire se ci lasciava dormire. Tirava fuori tutte le scuse possibili. Poi, sono arrivati i tossici e i drogati. Io non sono mai stato razzista, ci sono diventato. L’abbiamo seguita e lei ha chiamato i vigili. L’abbiamo uccisa perché ci ha denunciati. La fine che ha fatto se l’è meritata”, conclude.
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Ultimo Aggiornamento: 27/02/2024 09:14