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Uccise il marito a coltellate, Caryl Menghetti scrive ai cognati: “Vi affido la mia bambina”

Pubblicato: 12/03/2024 10:49

C’è una lettera, che Caryl avrebbe lasciato ai cognati chiedendo di prendersi cura della figlioletta di cinque anni, rimasta praticamente senza la mamma e il papà. Caryl Menghetti è la donna che il 26 gennaio scorso ha ucciso il marito Diego Rota con 25 coltellate a Martinengo, in provincia di Bergamo.
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La lettera di Cary ai i cognati

«Cari Vanessa, Angelo, Evi e tutti i famigliari, è successa questa grossa cosa. Nemmeno io posso, riesco a dare una spiegazione. Un giorno, se vi andrà di vedermi, ne potremmo parlare uno davanti agli altri», scrive Caryl nella lettera, lunga un foglio e un paio di righe, riportata oggi dal Corriere della Sera. Attualmente la piccola è affidata ai nonni materni, ma Caryl scrive: «Se almeno a lei volete ancora bene sappiate che mai impedirò di farvela vedere». «Mi sono sempre fidata di voi e vi voglio tuttora bene anche se capisco l’odio nei miei confronti. La nipote è anche vostra e sapete perfino preferisco che lei stia con voi. Dovessi mancare anch’io, vorrei restasse sotto la vostra tutela. Se la vorrete, chiederò come fare».

L’affidamento alla zia Vanessa

Il percorso per l’affidamento alla zia Vanessa, sorella della vittima, è già partito. Attualmente sta con lei tutti i mercoledì e a weekend alternati, ma si attende giugno per l’udienza davanti al giudice. Per quanto riguarda il processo, è stata disposta una consulenza per fare un punto sullo stato di salute mentale di Caryl: consulenza che sarà probabilmente decisiva sia per quanto riguarda l’eventuale condanna (e per l’imputabilità, considerando la possibile incapacità di intendere e di volere) sia per la potestà genitoriale della donna.

L’efferato omicidio del marito

Caryl Menghetti attualmente si trova a Torino in una Rems, una delle strutture riservate a persone con problemi psichiatrici sottoposte a misura cautelare. La donna lo scorso gennaio uccise a coltellate il marito Diego, che poche settimane prima si era rifiutato di allontanarsi da casa insieme alla figlia, dopo che la moglie aveva iniziato a presentare i primi sintomi di disturbi mentali con tendenze violente proprio contro di lui.

I primi scompensi, ricorda il Corriere, risalgono alla fase post parto, dopo la nascita di una bambina che per dieci anni avevano cercato, con tanto di tentativi di fecondazione assistita. Quando si presentò il problema Caryl fu sottoposta a Tso e seguì un percorso di cure a Nembro, da cui sembrava essere uscita: quel 26 gennaio il crollo, con la visita nel reparto di Psichiatria a Treviglio da dove fu però dimessa e rimandata a casa con una cura farmacologica. In serata la tragedia: dopo aver messo a letto la bimba, prese un coltello e massacrò il marito.