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Caso Chico Forti, a Trento oggi prima udienza per il rientro in Italia

Pubblicato: 17/04/2024 19:59

Si è tenuta presso la Corte di appello di Trento la prima udienza per la conversione della sentenza statunitense di Chico Forti. Si tratta di un passaggio tecnico, tenutosi a porte chiuse, in vista del rientro in Italia del 65enne trentino, condannato all’ergastolo in Florida per l’omicidio di Dale Pike, avvenuto il 15 febbraio del 1998. La Corte di appello di Trento ha ricevuto dal Ministero della giustizia la sentenza di condanna statunitense, che dovrà essere convertita secondo il diritto italiano e fatta pervenire negli Stati Uniti.

L’autorizzazione al trasferimento in Italia di Forti era stata annunciata dalla presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, lo scorso 2 marzo, dopo l’incontro a Washington con il presidente Usa, Joe Biden.
“Sono felice di annunciare che dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti è stata firmata l’autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti“, aveva detto in un video diffuso sui social. “Un risultato frutto dell’impegno diplomatico di questo governo della collaborazione con lo Stato della Florida e con il governo degli Stati uniti che ringrazio. È un giorno di gioia per Chico per la sua famiglia per tutti noi lo avevamo promesso lo abbiamo fatto e ora aspettiamo in Italia Chico Forti”, aveva aggiunto la premier.
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La storia di Chico Forti

Enrico Forti, soprannominato Chico, è nato a Trento l’8 febbraio 1959 e, prima di diventare protagonista delle pagine di cronaca giudiziaria, è stato surfista e produttore televisivo. Durante la sua carriera sportiva ha gareggiato in diverse competizioni, tra cui la Coppa del mondo di windsurf del 1985, quando è diventato il primo italiano a tentare la sorte nella gara mondiale. Nel 1987 un incidente in auto interrompe la sua parabola sportiva e Forti inizia a dedicarsi alla produzione di documentari dedicati agli sport estremi. Partecipa anche a diversi programmi televisivi, tra cui Telemike, dove nel 1990 vince il premio in denaro che gli permette di trasferirsi negli Stati Uniti. 

Nel 1998 Forti viene accusato di aver ucciso l’imprenditore australiano Dale Pike, il cui cadavere viene ritrovato su una spiaggia in Florida. Era il figlio figlio di di Anthony Pike, con cui l’imprenditore trentino era in trattativa per acquistare il Pikes Hotel, a Ibiza. L’ipotesi era che qualcuno avesse informato Dale che suo padre, affetto da demenza senile, stava per essere raggirato da Forti.

Nel 2000 viene condannato all’ergastolo – senza possibilità di condizionale – che inizia subito a scontare nel Dade Correctional Institution di Florida City, poco distante da Miami. Forti si è sempre detto innocente e ha dichiarato di essere vittima di un errore giudiziario, iniziando una lunga battaglia, prima processuale e poi anche diplomatica e politica, per tornare in Italia, sulla base della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, chiedendo di poter scontare la pena nel suo Paese.
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