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Marco Manfrinati shock: “È stato mio suocero ad aggredirmi con una mazza da golf”

Pubblicato: 09/05/2024 10:27

Che fosse impavido e avesse una gran faccia tosta (eufemismo) lo ha visto tutta Italia al momento dell’arresto, quando, ammanettato e scortato dai poliziotti, si è voltato a favore di telecamere sorridendo e provocando la ex suocera: “Come sta tuo marito?”. Che lui stesso aveva ucciso, dopo aver aggredito la ex moglie, Lavinia Limido. Lui è Marco Manfrinati, 40 anni, avvocato autosospeso, di Busto Arstizio.
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Il motivo della furia omicida

Una causa di separazione difficilissima. Ci sarebbe questo dietro l’odio che Marco Manfrinati covava nei confronti di tutta la famiglia Limido e, in particolare, l’affidamento del figlio di tre anni, avuto dal matrimonio con Lavinia, 37 anni, la ex che il 40enne ha sfregiato in via Menotti, a Varese, colpendola con un coltello al viso e al collo e riducendola in fin di vita. Lavinia, adesso, è in prognosi riservata. Manfrinati ha poi assassinato, sempre accoltellandolo, l’ex suocero, Fabio Limido, geologo di 71 anni, intervenuto per difendere la figlia. È accaduto poco prima delle 13 di lunedì 6 maggio in via Menotti, dove Limido ha uno studio. anfrinati era già a processo per stalking nei confronti della ex moglie e dell’ex suocera: l’odio covato era nei confronti di tutta la famiglia, tanto che il divieto di avvicinamento nei confronti della 37enne era stato esteso anche agli ex suoceri e persino al figlio, nonostante il 40enne non avesse mai avuto comportamenti violenti nei confronti del bambino. Assistito dall’avvocato Fabrizio Busignani, Manfrinati si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia.

Le parole dell’avvocato di Manfrinati

A fornire più dettagli, è l’avvocato Fabrizio Busignani all’uscita dal carcere dei Miogni, dove Manfrinati è recluso. Il 40enne non ha negato di aver compiuto l’aggressione nei confronti della ex consorte «ma una volta resosi conto della situazione, ha deciso di recarsi in questura a bordo della sua auto, per costituirsi». Ma, a quel punto, sarebbe stato aggredito dall’ex suocero, “sceso in strada con una mazza da golf che ha rivolto prima contro l’auto del Manfrinati, rompendo lunotto posteriore e vetri lato guida e passeggero anteriori, e poi colpendo anche lo stesso conducente, sceso dall’auto in panne, raggiunto da altri colpi alle mani e alla schiena. È nata una colluttazione fra i due, e in quell’occasione sono partite alcune coltellate”, scrive il Corriere della Sera. Due gli elementi che hanno permesso di ricostruire cosa fosse successo: la presenza di immagini delle telecamere da cui sarebbe stata registrata la scena e il sequestro di una mazza da golf disposto dalla Procura.

Il possibile movente

Sulla possibile richiesta della legittima difesa, l’avvocato Busignani spiega: «Se ne parlerà nelle sedi opportune, io ho presentato dei fatti, le valutazioni giuridiche non si fanno di fronte alle telecamere». Emerge, inoltre, un altro dettaglio risalente al 2 maggio scorso: in quella giornata è stata depositata una consulenza tecnica in seno alla causa civile di separazione tra Marco Manfrinati e Lavinia Limido, che stabiliva come l’uomo non potesse più vedere il figlio di tre anni sino a quando non fossero stati risolti i procedimenti a suo carico nei confronti dell’ex moglie e dei famigliari di lei. «L’unica volontà di Marco Manfrinati era quella di poter stare con suo figlio. Questa era la sua volontà: stare col proprio figlio, niente di più».

Possibile ergastolo

In serata il gip Alessandro Chionna ha depositato l’ordinanza di convalida per l’arresto, confermando anche le aggravanti della premeditazione e degli abbietti e futili motivi. Aggravanti che, in caso di processo, si tradurrebbero in una Corte d’Assise e in una possibile condanna all’ergastolo per Manfrinati.