Scandalo delle false raccolte fondi per gli alluvionati: la truffa si allarga. Altre campagne su GoFundMe sono state chiuse, sollevando nuovi interrogativi su come funzionano i controlli sulla piattaforma. Tutto è partito da una raccolta fondi sospetta per una casa alluvionata a Traversara di Bagnacavallo. L’iniziativa, gestita da un certo Marco Lolli, mirava a raccogliere 10mila euro, ma il Comune ha confermato che Lolli e la madre ottantenne non risultano tra gli sfollati o residenti della zona. Dopo le segnalazioni e un’indagine del Comune, GoFundMe ha bloccato la raccolta, dichiarando: “Non ha superato le verifiche e la validazione”.
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La piattaforma ha sospeso e bannato gli account collegati alla campagna. Le donazioni, che avevano già raggiunto i 740 euro, sono state bloccate e verranno rimborsate.
Il sistema di controllo su GoFundMe
Ma come funziona il sistema di controllo su GoFundMe? “Chiediamo documenti come carta d’identità e dati bancari all’apertura di ogni raccolta fondi. Se mancano, blocchiamo la campagna fino alla verifica”, spiegano dall’azienda. Tuttavia, la raccolta in questione è rimasta attiva per cinque giorni prima di essere chiusa. Questo ha sollevato dubbi sulla rapidità e sull’efficacia dei controlli, soprattutto in situazioni di emergenza come un’alluvione, dove le verifiche immediate possono essere difficili.
GoFundMe spiega che le campagne rimangono attive e possono ricevere donazioni anche prima di essere verificate completamente. La piattaforma rassicura che i fondi non vengono incassati prima del termine delle verifiche, ma i cittadini rischiano di donare “a scatola chiusa”, senza sapere se la raccolta è già stata controllata.
I precedenti
Non è la prima volta che lo stesso organizzatore è coinvolto in raccolte sospette. Dopo la chiusura della campagna di Traversara, altre raccolte legate agli alluvionati, promosse dalla stessa persona, sono state bloccate. GoFundMe ammette che è possibile cambiare l’organizzatore di una campagna già attiva, ma lo considera un comportamento fraudolento. In questo caso, Lolli ha modificato il nome dell’intestatario, aggiungendo un co-organizzatore modenese già coinvolto in altre raccolte poi chiuse.
Anche se una raccolta viene chiusa, spesso non ci sono segnalazioni automatiche alle autorità. “Siamo a disposizione per eventuali indagini”, conclude la piattaforma. Tuttavia, il caso ha acceso i riflettori su come migliorare la trasparenza del sistema, forse con una semplice dicitura che indichi se una raccolta è già stata verificata o meno.