
Una telefonata “infuocata” e dai toni aggressivi ha caratterizzato la conversazione tra la premier danese Mette Frederiksen e l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, confermando l’intenzione americana di appropriarsi della Groenlandia. La notizia è stata riportata dal Financial Times, citando fonti europee che hanno descritto l’incontro telefonico, durato 45 minuti, come “orrendo”.
Trump insiste sulla Groenlandia
Nonostante i tentativi della premier danese di offrire una maggiore collaborazione sulle basi militari e sull’estrazione di risorse minerarie nell’isola artica, Trump avrebbe mantenuto una posizione “aggressiva e polemica”. Secondo un funzionario di Copenaghen, l’intento di Washington è inequivocabile: “La vogliono”.
Un portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, Brian Hughes, ha ribadito a Fox News che la sicurezza della Groenlandia è prioritaria per gli Stati Uniti, data la crescente influenza di Cina e Russia nella regione artica. Trump ha sottolineato la necessità di controllare la Groenlandia come “imperativo per la sicurezza nazionale”.
Preoccupazione in Danimarca
Le autorità danesi sarebbero in “modalità crisi”, preoccupate per le implicazioni di una possibile escalation. Frederiksen, sostenuta dal primo ministro groenlandese Mute Edege, ha ribadito che la Groenlandia “non è in vendita né lo sarà in futuro”.
Uno scenario di tensione geopolitica
Trump, che già in passato aveva manifestato interesse per l’isola, non ha escluso l’uso della forza militare per perseguire questo obiettivo. La questione solleva interrogativi sulla stabilità geopolitica nell’Artico e sulle relazioni tra Stati Uniti e Danimarca.
La vicenda, definita una “doccia fredda” per i danesi, alimenta le preoccupazioni su un possibile scontro diplomatico, sottolineando la crescente attenzione internazionale verso una regione strategica e ricca di risorse.