
La Cassazione ha disposto un nuovo processo di Appello per Gabriele Natale Hjorth, imputato nell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso a coltellate a Roma nel luglio del 2019. La richiesta è stata avanzata dalla procura generale durante l’udienza davanti ai giudici della Quinta sezione penale. Il rappresentante dell’accusa, l’avvocato generale Gabriele Mazzotta, ha chiesto di riconoscere le aggravanti, tra cui la consapevolezza di trovarsi di fronte a un carabiniere, e il pieno concorso nell’omicidio da parte di Natale Hjorth, condannato a 11 anni e quattro mesi e attualmente ai domiciliari con braccialetto elettronico a casa della nonna a Fregene. Per l’altro imputato, Elder Finnegan Lee, condannato a 15 anni e due mesi, la sentenza è già definitiva e potrà essere rivista solo per gli aspetti risarcitori.
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Le motivazioni della Cassazione
Secondo il procuratore generale, solo un’analisi dettagliata della fase finale dell’azione criminosa può fornire una definizione più esatta dei fatti. «Dovranno essere esaminati i momenti conclusivi del delitto, valutando le intenzioni e le conseguenze previste o non previste dagli imputati, nonché la dinamica della violenza scaturita in un impeto di rabbia irragionevole», ha sottolineato Mazzotta.
Il caso del bendaggio di Hjorth: nuovo processo per Fabio Manganaro
La Cassazione ha annullato, lo scorso 9 gennaio, la sentenza di assoluzione in Appello per il carabiniere Fabio Manganaro, accusato di aver bendato Gabriele Natale Hjorth la notte dell’omicidio. Secondo i giudici d’Appello, Manganaro avrebbe agito per proteggere Hjorth in un contesto teso, cercando di isolarlo da una situazione ostile. Tuttavia, la Cassazione ha accolto la richiesta dei legali di Hjorth, disponendo un nuovo processo per valutare il risarcimento civile del danno. In precedenza, il carabiniere era stato assolto “perché il fatto non costituisce reato”, ma ora si indagherà sulle eventuali responsabilità civili, poiché il bendaggio non è previsto dalle norme dell’Arma dei Carabinieri.
La ricostruzione della notte dell’omicidio
La sera dell’omicidio, i due ragazzi americani, Elder Finnegan Lee (18 anni) e Gabriele Natale Hjorth (19 anni), si trovavano a Roma in vacanza. Dopo essere stati truffati da un pusher, che aveva venduto loro un medicinale polverizzato al posto della cocaina, decisero di vendicarsi rubando lo zaino di un amico dello spacciatore e organizzando uno scambio: la borsa in cambio di soldi e droga.
All’appuntamento in via Pietro Cossa, però, si presentarono due carabinieri in borghese, Mario Cerciello Rega e Andrea Varriale, e non il pusher truffatore. La situazione degenerò rapidamente: Elder Finnegan Lee si scagliò contro Cerciello, sferrandogli 11 coltellate in meno di 30 secondi con una lama di 18 centimetri, per poi darsi alla fuga. Il nuovo processo chiarirà ulteriormente le responsabilità di Hjorth nel delitto, mentre per Lee la condanna resta definitiva.