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Bambini cattolici in ginocchio in moschea, scoppia la polemica

Pubblicato: 04/05/2025 10:08

I bambini dell’asilo paritario di Ponte della Priula, nel Trevigiano, sono entrati in moschea per una visita guidata. La scuola appartiene alla rete Fism, una realtà educativa cattolica. Tre classi hanno partecipato alla gita. Solo i più piccoli sono rimasti a scuola. L’obiettivo della giornata: conoscere da vicino la cultura dei compagni musulmani.
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La scuola: «Un momento bellissimo»

Le docenti e la direttrice hanno difeso l’iniziativa. «Abbiamo molti bambini di religione islamica», spiega l’insegnante Stefania Pillon. «Abbiamo voluto far vedere ai nostri alunni una realtà che fa parte del loro quotidiano». Anche la direttrice Stefania Bazzo ribadisce il senso educativo della scelta. «Vogliamo educare al rispetto e alla convivenza, senza cancellare la nostra identità», dice. Durante la visita, l’imam Avnija Nurceski, padre di un alunno, ha accolto i bambini e ha spiegato il senso della preghiera.

La Lega: «Immagini agghiaccianti»

Il gesto ha scatenato la reazione politica. Il consigliere regionale Alberto Villanova, della Lega, ha parlato di «provocazione inutile». Le foto dei bambini in ginocchio hanno sollevato critiche da parte di diversi esponenti del centrodestra. «Scene che fanno gelare il sangue», ha dichiarato Villanova.

Il Pd: «La scuola crea ponti»

Il Pd ha espresso una visione opposta. La deputata trevigiana Rachele Scarpa ha elogiato l’iniziativa. «La scuola deve insegnare a capire e accettare», ha dichiarato. Il valore della multiculturalità entra così al centro del dibattito.

Chiesa e istituzioni educative difendono il progetto

Anche la presidente Fism di Treviso, Simonetta Rubinato, ha sottolineato la linea educativa della scuola. Monsignor Dino Pistolato, già direttore della Caritas, ha parlato di dialogo e condivisione. «Dio non fa distinzioni qualunque sia il suo nome», ha detto. Le scuole cattoliche, oggi, accolgono bambini di ogni religione. Tutti partecipano alle ore di religione, raccontano le proprie feste e le proprie tradizioni, con rispetto e voglia di conoscere.

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