Donald Trump alza nuovamente il livello dello scontro contro i cartelli della droga venezuelani, annunciando che gli Stati Uniti “inizieranno ad attaccarli via terra molto presto”. Un avvertimento diretto, l’ennesimo da quando la nuova amministrazione ha messo nel mirino le organizzazioni criminali attive nell’area caraibica. Resta invece più sfumata la posizione sul secondo attacco avvenuto contro una nave carica di stupefacenti: il presidente ha dichiarato di “non sapere nulla” dell’operazione, aggiungendo di non essere stato coinvolto e di “fidarsi di Pete”, il funzionario responsabile del dossier. “Non ho abbastanza informazioni”, ha precisato, lasciando ancora aperti molti interrogativi su chi abbia autorizzato l’azione.
Intanto, sul fronte diplomatico, la giornata ha registrato un importante contatto bilaterale. Trump ha infatti confermato di aver avuto una lunga conversazione telefonica con il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva. “Abbiamo avuto un’ottima conversazione. Abbiamo parlato di commercio e dazi”, ha spiegato il leader statunitense al termine del colloquio, durato circa quaranta minuti. Ma il tema centrale è stato un altro: il rafforzamento della cooperazione nella lotta alla criminalità organizzata. Washington e Brasilia intendono infatti intensificare gli scambi di intelligence e le operazioni congiunte contro i gruppi criminali transnazionali attivi tra Venezuela, Brasile e rotte oceaniche verso il Nord America.
Il nuovo asse anti-narcos potrebbe quindi trasformarsi in una delle priorità strategiche dei prossimi mesi, mentre la tensione nella regione continua a crescere dopo gli attacchi alle navi sospettate di traffico di droga e le minacce incrociate tra Stati Uniti e apparati venezuelani.