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Sanremo 2020, i top e i flop della terza serata del Festival

Pubblicato: 07/02/2020 11:23

La serata delle cover permette al Festival di Sanremo di vincere ancora una volta la gara agli ascolti. Non mancano però ovviamente dei “migliori” e dei “peggiori” in questa terza serata che ha visto trionfare la tradizione, l’italianità emersa anche attraverso la riproposizione di brani che hanno segnato la storia del Festival. I “peggiori” e i “migliori” del Festival:

I flop della terza serata del Festival

Lo sketch di Georgina Rodriguez e Amadeus

Georgina Rodriguez è una delle prime personalità, tra quelle volute da Amadeus, a varcare la soglia dell’Ariston in quel della terza serata del Festival di Sanremo, che ha visto esibirsi nuovamente sul palco tutti e 24 i big in gara che hanno riportato alla luce grandi successi della canzone italiana e della tradizione sanremese. Scesa la scalinata, Amadeus la accoglie dialogando con lei in uno spagnolo maccheronico che sottolinea, negativamente, la poca dimestichezza di Georgina con l’italiano.

Quello che però non convince è lo sketch preparato che li ha visti protagonisti, giocato sulla rivalità calcistica tra inter e juventus personificate sul palco dell’Ariston proprio da Amadeus e Georgina. Viene a meno il contenuto in un siparietto in cui Georgina, relegata a “compagna di Cristiano Ronaldo” cerca in tutti i modi di persuadere Amadeus, interista convinto, prima con una maglietta, poi con uno stendardo. Un’entrata in scena che getta l’ombra sulla figura di Georgina, donna e influencer spagnola, messa in “panchina” in favore della “compagna di Cristiano Ronaldo”. Osservazione dal gusto dolce amaro che lascia ancora strada aperta alle polemiche antecedentemente mosse nei confronti di Amadeus prima dell’inizio del Festival sul ruolo della donna.

La durata del Festival, ancora un “flop”

Ancora una volta, prima delle 2, si fatica a trovar spazio nel letto caldo per riposare un po’. Certo però questa volta non è colpa del “Fiorello di turno” che si è dilungato troppo in chiacchiere ma della gara in sé. Una serata che ha visto sfilare sul palco tutti e 24 i big, esibendosi a suon di cover e duetti. E proprio “la durata” del Festival è diventata ancora una volta protagonista della terza serata in apertura e collateralmente con Tiziano Ferro che ha voluto chiedere scusa, amorevolmente, a Fiorello a seguito dell’esplosione dell’hashtag “fiorellostattezitto”.

tiziano ferro
Il post pubblicato da Tiziano Ferro in cui chiede “scusa” a Fiorello. Fonte/Instagram

Morgan e Bugo, la minaccia al grido di “complotto”

Sono gli unici cantanti in gara che possiamo inserire nella classifica dei “peggiori” della serata ma la loro performance canora non c’entra. Ad anticipare la loro entrata in scena numerose polemiche sollevate dallo stesso Morgan che hanno rischiato di minare, ancora una volta, il clima sanremese. Un grido a “il complotto” che non mette in buona luce il duo, poi arrivato sul palco nonostante poco prima della diretta avesse minacciato la disertazione. L’esibizione non convince e la giuria demoscopica li penalizza ancora. Difficilissimo sapere che sorte gli spetterà questa sera quando sarà il pubblico a doverli giudicare. Certo è che la minaccia lanciata sui social da Morgan ha rischiato di far scatenare nuove polemiche su un Festival che si sta tenendo ben lontano da eccessi e collassi e, in una così piacevole atmosfera, lo stesso pubblico potrebbe voltare le spalle al cantautore “guasta feste”.

Il post pubblicato su Instagram da Morgan
Il post pubblicato prima del Festival da Morgan su Instagram in cui grida al “complotto”

I top della terza serata del Festival di Sanremo

Alketa Vejsiu: “Grazie Italia

Arrivata sul palco di Sanremo, è quasi una “sconosciuta” per il pubblico che non sa cosa aspettarsi dalla conduttrice albanese, Alketa Vejsiu, che non gode in Italia della stessa fama cui le fa seguito invece in Albania dove è soprannominata “Antonella Clerici”. L’imprenditrice e conduttrice televisiva, tra le più importanti nello scenario mediatico albanese, ha voluto dedicare il suo monologo – giunto alla fine della serata – ad una riflessione sull’importanza del Festival di Sanremo, della musica italiana e della stessa cultura nazionale con particolare attenzione all’influenze che questi hanno avuto sulla cultura albanese in questi ultimi 30 anni. Un sogno per lei potersi trovare al centro dell’Ariston, un palco che ha immaginato e bramato sin da piccola. Una digressione emozionante, la sua, sul passato del suo Paese, drammaticamente segnato dalla povertà e che ha sempre guardato all’Italia con amorevole ammirazione, contemplandola.

Tutto poteva costarti la libertà sembra assurdo ma era davvero così se vivevi nella dittatura. Se eri bionda venivi osservata con sospetto perché bionda era Raffaella Carrà. Durante quegli anni si imparava italiano ascoltando la Rai, Sanremo era Sanremo anche quando eravamo costretti ad ascoltarlo di nascosto. Era il prezzo da pagare se vivevi quegli anni bui“, le parole della Vejsiu che con semplicità, inserendosi in uno spaccato storico comune ad un’intera nazione, ha voluto raccontare il proprio personale passato regalando al pubblico dell’Ariston un monologo poi consacrato da un lungo e intenso applauso.

Georgina, in solitaria è una genuina regina

Sebbene il suo sketch insieme ad Amadeus giocato sul calcio non abbiamo messo in risalto Georgina Rodriguez, in qualità di co-conduttrice l’influencer spagnola riesce da sola a farsi notare. Molto timida e a volte visibilmente imbarazzata quando viene chiamata a pronunciare i nomi dei direttori d’orchestra, la sua presenza è discreta e al contempo accattivante. Ripagata dalla sua genuinità, tiene duro di fronte alle telecamere che imperterrite continuano ad inquadrare Cristiano Ronaldo, in prima fila tra le poltroncine dell’Ariston. La protagonista, per una sera, è lei e non ricorre mai ad eccessi per splendere, portando sul palco dell’Ariston semplicemente sé stessa. Tanti pregi, tra cui la capacità di incantare il pubblico ballando il tango, e qualche difetto come la mancata padronanza di un italiano fluente al punto tale da permetterle di inserirsi con più decisione chiacchierando con Amadeus ma, alla fine della serata, anche lei ne esce indenne.

Roberto Benigni, l’apoteosi dell’amore con un brano della Bibbia

La favella toscana di Benigni incanta ancora una volta il pubblico dell’Ariston che quando lo vede arrivare dal red carpet esterno al teatro ha un dejavù, pensando: “non cambierà mai”. I suoi 40 minuti di monologo colpiscono il cuore degli spettatori con un discorrere incalzante sulle censure de Il Cantico dei cantici. Quest’anno Benigni ha voluto infatti portare in scena, sul palco dell’Ariston, uno dei brani della Bibbia contenuto nell’Antico Testamento che ha per oggetto l’amore, spirituale e carnale. Un monologo di circa 30 minuti quello di Benigni che discorre sulla l’immensità e l’eternità dell’amore trattato all’interno stesso del testo: “Ci sono amore, dolcezza ed erotismo, e questo fa paura, in un mondo di odio“.

L’attualizzazione, in tempi moderni e recentissimi attraverso il filtro del linguaggio corrente, del concetto di amore puro, dell’arte di saper e poter amare. Un amore che sembra venir meno quotidianamente nonostante se ne parli di continuo, un amore che “è l’infinito messo alla portata di ognuno di noi“. Complice l’ars oratoria, Benigni seduce il pubblico di Sanremo e conferisce al Festival la sacralità di un intervento dal contenuto profondo, segnando sul palco dell’Ariston un nuovo meritato momento di gloria poi coronato dagli applausi del pubblico.