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Fase 2, Regioni al “liberi tutti”: Boccia impugna l’ordinanza della Santelli

Pubblicato: 03/05/2020 15:28

Continua il braccio di ferro tra Regioni e governo sulla fase 2. I governatori procedono in autonomia sulle riaperture, sfidando in parte i decreti del governo a colpi di ordinanze. Questo il caso di Jole Santelli, governatrice della Calabria, che ha aperto un fronte di scontro dichiarando di voler riaprire bar e ristoranti a fine aprile nella sua Regione.

Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, avrebbe dato seguito alle minacce di impugnare l’ordinanza in caso la governatrice non l’avesse ritirata. Non è solo la Calabria a voler seguire la strada del “liberi tutti” esclusa da Conte: anche Veneto, Sardegna e altre Regioni si muovono sul filo delle ordinanze.

Le Regioni in ordine sparso

A poche ore dalla fatidica data del 4 maggio, la confusione sembra regnare sovrana. Le Regioni hanno prodotto diverse ordinanze territoriali, cercando di differenziare a seconda delle specificità territoriali la fase 2. La pandemia di coronavirus però non è finita, e la richiesta di maggiore autonomia, esposta anche tramite una lettera perorata dalle Regioni guidate dal centrodestra, potrebbe scontrarsi con una rialzo dei contagi di coronavirus.

Mentre rimangono alcune incognite su cui il governo ha cercato di dare chiarimenti, le Regioni si preparano comunque a fare a meno della concertazione nazionale. Il ministro Boccia non sembra disposto a lasciare troppa autonomia e il governo potrebbe procedere per vie legali non solo nel caso della Calabria.

Boccia impugna l’ordinanza della Santelli

Dopo le minacce degli ultimi giorni, il ministro Boccia avrebbe impugnato l’ordinanza della governatrice calabrese Santelli. Gli atti sono stati trasmessi all’Avvocatura generale dello Stato, che procederà con la deposizione nel caso la forzista non torni sui suoi passi.

Durante la partecipazione al programma Mezz’ora in più, Boccia ha spiegato che l’azione del governo per la fase 2 è all’insegna della protezione dei cittaini: “Penso che in un momento come questo nessuno possa permettersi di anticipare scelte che non sono considerate sicure, mettendo a rischio la vita di lavoratori e clienti. Questo non è giusto“. Il ministro ha continuato: “Non mi potrei perdonare un solo focolaio in un solo bar, in Calabria come altrove“.

Santelli: “L’economia della Calabria va tutetala”

La governatrice non sembra disposta a retrocedere, come ha spiegato a Matrix. “Noi abbiamo rispettato le regole nazionali per tanto tempo perché era giusto per il momento sanitario. Ora che si apre, l’Italia è profondamente diversa, non solo per numeri di contagio ma anche per realtà economiche“, ha dichiarato la Santelli, “La grande industria manifatturiera da me non c’è. 15 giorni per aspettare che il governo decida se riaprire piccole e medie imprese, bar, ristoranti, non ce l’abbiamo“.

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Nel mirino anche l’ordinanza di Solinas in Sardegna

La Sardegna guidata da Christian Solinas è una delle Regioni che finisce nel mirino delle istituzioni statali. A non piacere a Boccia è l’ordinanza che accelera la ripresa delle messe, criticata anche da alcuni prelati. “Tutte le altre ordinanze che ci sono state trasmesse sono coerenti con il dpcm. Ringrazio gli altri presidenti di regione per essersi raccordati e coordinati“, ha dichiarato il ministro a Sky Tg24, “Poi ci sono alcuni dettagli di alcune ordinanze che andranno riviste. Penso a quella della regione autonoma della Sardegna che dà ai sindaci strumenti per verificare se le funzioni religiose possono essere esercitate. Non funziona così“.

La replica della Regione Sardegna

L’amministrazione Solinas ha rimandato al mittente le accuse, sostenendo che c’è differenza tra le “cerimonie” religiose come battesimi e matrimoni indicate dal dpcm e le messe ordinarie. Si raccomanda l’osservanza del distanziamento sociale e dell’igiene delle mani, oltre all’uso delle mascherine durante le messe.

Dall’11 maggio, inoltre, secondo l’ordinanza, i sindaci potranno dare il via libera alla riapertura di parrucchieri, estetisti e tatuatori, nonostante Conte abbia posticipato a giugno la riapertura di queste attività, tranne nel caso la curva epidemiologica durante la fase 2 consenta diversamente.

Le eccezioni di Zaia in Veneto

Il governatore del Veneto Luca Zaia prevede per il 4 maggio “quasi un ritorno alla normalità“. Il leghista non esclude un “prevedibile un aumento fisiologico dei contagi“, ma i veneti potranno tornare ad allenarsi individualmente con le necessarie precauzioni, come il distanziamento.

Aperte piscine e campi da calcio, permessi anche gli spostamenti nelle seconde case ma Zaia assicura “nessuna prova muscolare” con il governo. Per i runner non sarà obbligatorio l’uso della mascherina, necessaria però per coloro che escono dalla propria abitazione.

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Ultimo Aggiornamento: 03/05/2020 15:53