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Silvia Romano, la vita di Aisha un anno dopo la sua liberazione: un matrimonio felice e il lavoro da insegnante

Pubblicato: 07/05/2021 12:18

Era il 20 ottobre del 2018 quando Silvia Romano veniva rapita nel villaggio di Chakama, in Kenya, dove si trovava in qualità di cooperante presso la Onlus Africa Miele. Del 9 maggio scorso la notizia data da Giuseppe Conte, allora presidente del Consiglio, che riguardava proprio la liberazione dopo quasi 2 anni di rapimento della giovane Silvia Romano, tornata poi nei giorni successivi a Milano, dalla sua famiglia.

Un ritorno che ricorderemo anche perché attorniano da numerose polemiche e anche dall’apertura di un’inchiesta per minacce aggravate che le erano state rivolte al suo arrivo in Italia. Aveva fatto a lungo discutere la notizia della sua conversione all’Islam nel periodo di sequestro e la decisione di cambiare il suo nome in Aisha, come la sposa di Maometto. Ora la notizia di quello che è stato nell’ottobre scorso il matrimonio con un vecchio amico di infanzia, convertitosi anche lui all’Islam e di quella che ad oggi è la sua vita, lontana da Milano.

Silvia Romano, Aisha: un anno dopo la sua liberazione

La vita di Silvia Romano era già cambiata in quel lontano 2018 quando un comando di uomini armati l’aveva rapita in Kenya, condannandola ad un sequestro durato oltre un anno. Poi la notizia della liberazione, il riscatto, il ritorno in Italia tra forti entusiasmi e polemiche, tra chi tra le lacrime non vedeva l’ora di riabbracciare Silvia e chi lamentava, con sterili commenti prevalentemente sui social, che Silvia non c’era più. Al suo posto c’era Aisha, convertita all’Islam e le speculazioni sulla sua conversione avevano tramutato il suo ritorno in una mera caciara da bar, di quelle di bassissimo livello.

Il ritorno a Milano, il matrimonio e la vita da insegnante

In un articolo recentemente pubblicato da La Stampa, si apprendono i fatti di vita quotidiana, la nuova vita di Silvia Romano, ciò che è accaduto dopo il suo rientro in Italia. Dopo l’arrivo nella sua casa di Milano, al Casoretto, dove ad attenderla con felicità ha trovato la sua famiglia, lentamente Silvia Romano ha ricominciato a vivere il presente, un nuovo presente da Aisha. Cominciando a frequentare regolarmente la moschea vicino alla casa milanese, lì la Romano avrebbe incontrato un vecchio amico di infanzia anche lui convertitosi all’Islam, e tra i due sarebbe sbocciato l’amore tanto da aver già celebrato il matrimonio nell’ottobre scorso con rito islamico in una cittadina dell’Emilia, Campegine, città natale del compagno.

La vita lontano da Milano e lontana dall’attenzione dei media

Sposata, come riporterebbe sempre in esclusiva La Stampa, Silvia avrebbe poi lasciato Milano, una città che iniziava a starle stretta per tutte quelle domande, tutti quegli occhi addosso che quotidianamente bramavano di scavare in un passato che lei stessa ancora non vuole rivivere, motivo per cui ancora ad oggi non avrebbe voluto rilasciare alcuna intervista né raccontare cosa è accaduto e cosa ha vissuto durante i mesi del sequestro. Di lei si sa che al momento avrebbe lasciato la casa dei genitori per trasferirsi con il compagno fuori Milano, nella provincia, e nella vita presterebbe servizio come volontaria nel più totale anonimato, divisa tra un’associazione che si batte contro le violenze domestiche e le discriminazioni nei confronti di donne islamiche e l’impegno come tutor e insegnante di sostegno per ragazzi che frequentano la sua stessa scuola, quella da mediatori linguistici.