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Liliana Resinovich, il marito Sebastiano Visintin sull’esito del Dna: “Qualcuno mi deve delle scuse”

Pubblicato: 12/04/2022 09:00

All’esito delle analisi sul Dna maschile rilevato sul cordino al collo di Liliana Resinovich, i profili del marito, dell’amico della donna, Claudio Sterpin, e di un vicino di casa della stessa sono stati esclusi dall’alveo delle possibilità. Nessuno di loro è mai stato indagato (i tre si sono sottoposti volontariamente all’esame) e quella traccia non appartiene a nessuno di loro. Un risultato che inchioda di fatto l’inchiesta al punto di partenza, ferma al bivio tra l’ipotesi di un suicidio e quella di un omicidio. Sebastiano Visintin, ancora oggi, non crede possibile che sua moglie si sia tolta la vita e precisa: “Qualcuno mi deve delle scuse“.

Liliana Resinovich, nessuna svolta dalla traccia di Dna maschile

Pochi giorni fa, la scienza ha fornito la risposta all’interrogativo sul Dna maschile rilevato sul cordino che chiudeva le buste di nylon intorno al collo di Liliana Resinovich. L’entità della traccia sarebbe stata parziale, utile soltanto a escludere profili e non a prefigurarne di nuovi, e la comparazione ha dato esito negativo: non appartiene né al marito Sebastiano Visintin né all’amico della 63enne, Claudio Sterpin, né al vicino di casa della coppia. Si resta quindi nello stesso punto: non c’è alcuna certezza sull’una o l’altra pista, suicidio o omicidio, sul tavolo degli inquirenti insieme a un’impronta – ancora al vaglio – evidenziata su uno dei sacchi che contenevano il corpo.

Morte di Liliana Resinovich, il marito Sebastiano Visintin parla dopo l’esito delle analisi sul Dna

Il cadavere di Liliana Resinovich – scomparsa dalla sua casa di Trieste il 14 dicembre 2021 – è stato trovato nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni il 5 gennaio scorso. Presentava una condizione molto particolare, sebbene non unica nelle cronache di suicidi: la testa infilata in due buste di plastica chiuse con al collo con un cordino e le gambe infilate in alcuni sacchi neri.

Tra le ipotesi di chi indaga, non sarebbe esclusa quella che il corpo sia stato tenuto al chiuso prima di essere trasportato nel luogo del ritrovamento. Sebastiano Visintin, ai microfoni del Corriere della Sera, ha commentato il risultato dell’esame sul Dna maschile, arrivato pochi giorni fa, e si dice in attesa che emerga la verità.

Continuo a credere difficile che si sia tolta la vita, è un gesto che non appartiene ai modi della persona che conoscevo e che ho amato per 32 anni – ha dichiarato – (…). Sono almeno una decina le persone che hanno detto cose terribili contro di me. Io non voglio neanche commentarle, sono chiacchiere. Qualcuno mi deve delle scuse“. Gli esami tossicologici condotti sul corpo della 63enne di Trieste hanno escluso che possa aver assunto sostanze in grado di determinarne lo stordimento o il decesso. La morte di Liliana Resinovich si conferma un giallo.