Rinviati a giudizio i quattro 007 accusati di aver sequestrato e poi brutalmente ucciso Giulio Regeni. Il processo a Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abedal Sharif inizierà il 20 febbraio prossimo e si svolgerà davanti alla Corte d’Assise della Capitale.
La Presidenza del Consiglio dei Ministri è stata poi ammessa come parte civile nel procedimento a carico di quattro 007 egiziani. La richiesta è di un milione di euro di risarcimento.
Leggi anche: Giulio Regeni, la procura di Roma ricorre in Cassazione per far ripartire il processo che è stato sospeso
Finalmente a processo
Anni di continui depistaggi, la carente collaborazione degli inquirenti del Cairo, ricostruzioni al limite della fantascienza e l’imbarazzo di Al Sisi nel voler proteggere i suoi uomini, non hanno fermato la sete di giustizia della famiglia Regeni e dell’Italia intera.
Il procuratore aggiunto Sergio Colaiocco ha chiesto e ottenuto un processo per quattro, appartenenti ai servizi segreti egiziani. Sono accusati a vario titolo del sequestro, delle sevizie e dell’omicidio del ricercatore italiano, il cui corpo martoriato è stato ritrovato il 3 febbraio del 2016 ai bordi della Alexandria desert road, al Cairo.
La madre del giovane ucciso, Paola Deffendi, dopo la lieta notizia ha dichiarato: “Ringraziamo tutti, oggi è una bella giornata“.
Leggi anche: Giulio Regeni, svolta nel caso: gli egiziani imputati saranno processati anche se sono irreperibili
Schlein: “Piena verità e giustizia”
La segretaria del PD Elly Schlein, presente all’esterno del tribunale di Roma in Piazzale Clodio per dare vicinanza alla famiglia Regeni ha dichiarato: “Siamo qui per confermare la piena vicinanza alla famiglia di Giulio Regeni. Siamo qui perché bisogna stare accanto fino a che non otteniamo la piena verità e giustizia su chi ha ucciso, torturato e chi sono stati i mandanti di questa efferata uccisione”, ha aggiunto Schlein.
Leggi anche: Omicidio Regeni: “I responsabili sono al Cairo”. L’inchiesta della commissione parlamentare