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Strage di Latina, sacchi neri, guanti e manette nello zaino del killer: si fa strada la premeditazione

Pubblicato: 16/02/2024 10:15

Sacchi di plastica nera; guanti; nastro adesivo marrone, resistente. Tutto in uno zainetto lasciato nel sedile posteriore dell’Audi A3. Poi un paio di manette e un manganello telescopico. Quando i poliziotti della squadra mobile hanno aperto la sacca di Cristian Sodano sono rimasti di stucco, come si trovassero davanti ad un déjà vu: impossibile non correre con la mente a Filippo Turetta, l’assassino di Giulia Cecchettin, che con i sacchi di plastica aveva coperto il corpo della studentessa, ritrovato in un canalone vicino al Lago di Barcis.
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Cristiano Sodano, un piano simile a quello di Filippo Turetta

Nel borsone di Turetta, inoltre, era stato trovato un coltello; nello zaino di colore nero di Sodano una pistola con 17 colpi. Sono più d’una, in buona sostanza, le analogie tra i due orribili casi di cronaca, ma sarà la procura di Latina a fare le valutazioni. Al momento, al finanziere non è stata contestata la premeditazione, ma gli oggetti trovati nel suo zaino potrebbero cambiare le intenzioni del sostituto procuratore Valerio De Luca.

Sodano: “Sono ricordi di mia madre”

Fino ad oggi, il finanziere si è difeso: “Sono ricordi di mia madre”. Per il giovane membro delle Fiamme Gialle, manette e manganello sarebbero solo un ricordo legato alla madre poliziotta morta nel 2016. Una scomparsa che, come si legge sui social, lo aveva sconvolto. Ma, al di là, delle giustificazione del femminicida, resta da capire a cosa potevano servire gli oggetti rinvenuti: voleva rapire l’ex fidanzata? Ucciderla e cercare di disfarsi del corpo? Sono piste su cui la procura di Latina insisterà nelle prossime ore.

I primi risultati dell’autopsia

Intanto arrivano le prime certezze dall’autopsia: sono 9 i colpi sparati da Sodano per uccidere la madre e la sorella dell’ex fidanzata, di cui Sodano non aveva mai accettato la decisione di interrompere la relazione.

I proiettili, ricostruisce Repubblica, sono stati esplosi in due fasi differenti. Prima mentre le due donne gli correvano incontro, cercando di evitare che raggiungesse Desyrée. Poi dopo la fuga dalla ragazza dal bagno in cui si era inizialmente barricata. Quando ha visto i corpi agonizzanti della madre e della sorella a terra, Sodano ha fatto di nuovo fuoco. “Ho fatto un casino. Non volevo farle soffrire”, ha riferito Sodano dopo l’arresto.

Al 22enne, in questa fase, non è contestato il tentato omicidio dell’ex fidanzata: il finanziere non avrebbe mai puntato l’arma contro la ragazza. Che non voleva più vederlo: due settimane prima del duplice femminicidio, Desyrée avrebbe discusso con la madre sul viaggio a Cuba che anche Sodano aveva prenotato e pagato, sentendosi rispondere di lasciar perdere.
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