
Dopo ben due anni di indagini è arrivata la decisione del giudice contro Nestlè. La multinazionale è stata rinviata a giudizio in Francia per aver commercializzato pizze surgelate di marca Buitoni contaminate da batteri. Nestlè dovrà dunque rispondere ora in tribunale a quanto accaduto nel 2022, decine di bambini in tutta la Francia mostrarono contemporaneamente casi gravi di insufficienza renale. Alla fine due sono morti, mentre altri 56 hanno riportato gravi lesioni.
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Le indagini condotte dai nuclei antisofisticazioni francesi hanno dimostrato che non si è trattato di una tragica casualità. Tutti quei bambini, infatti, avevano consumato pizze della gamma “Fraîch’Up” della Buitoni, tutte prodotte nello stesso stabilimento di Caudry, nel nord della Francia. In queste pizze si trovavano tracce diffusissime del batterio Escherichia coli.

Cosa hanno scoperto nella fabbrica: l’orrore
Una volta emerso questo fatto gravissimo, Nestlè ritirò subito le pizze dal mercato. Ma furono le autorità transalpine a bloccare l’attività dello stabilimento di Caudry dopo aver visto uno spettacolo raccapricciante al suo interno: orde di topi scorrazzavano liberi tra le corsie di impacchettamento e produzione delle pizze e, inoltre, non erano presenti mezzi efficaci di protezione contro l’entrata di parassiti e per la disinfestazione adattata ad un’attività alimentare.
Insomma, dopo la chiusura dello stabilimento di Caudry, gli inquirenti sono riusciti a collegare giovani vittime e pizze grazie all’analisi del Dna. Dopo due anni arriva ora l’incriminazione ufficiale per Nestlè che è stata comunicata dalla stessa multinazionale. Nel comunicato ufficiale, però, mancano i capi d’accusa per cui è stato disposto il rinvio a giudizio.