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Garlasco, Bruzzone a Quarto Grado: “Stasi unico colpevole. Sempio? Pista infondata”

Pubblicato: 07/12/2025 08:20

Nell’ultima puntata di Quarto Grado andata in onda su Rete 4, la criminologa Roberta Bruzzone è tornata sul delitto di Garlasco ribadendo con fermezza la sua convinzione: per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007, l’unico responsabile resta Alberto Stasi, l’ex fidanzato condannato in via definitiva a 16 anni.
Nonostante le nuove attenzioni investigative su Andrea Sempio – amico del fratello di Chiara e oggi indagato per concorso in omicidio – Bruzzone ha definito questa pista una semplice “lettura collaterale”, priva di elementi concreti che possano collocarlo sulla scena del delitto.

Il movente secondo Bruzzone: una relazione logorata

Nell’analisi della criminologa, il fulcro del caso rimane il movente attribuito a Stasi. Secondo Bruzzone, la relazione tra Alberto e Chiara era molto meno armoniosa di quanto apparisse. Pur condividendo viaggi, telefonate affettuose e una quotidianità apparentemente stabile, la giovane avrebbe manifestato segnali di insoddisfazione crescente.
La “miccia” del delitto, sostiene la criminologa, sarebbe scattata durante quella che definisce «una settimana di prova generale di convivenza», un periodo che avrebbe evidenziato profonde divergenze tra i due. Al centro, i gusti sessuali di Stasi: una quantità sterminata di contenuti pornografici adulti – quasi 16.000 file catalogati con precisione maniacale – che secondo gli esperti del carcere erano «violenti e raccapriccianti».
Bruzzone ipotizza che il giovane temesse di essere smascherato da Chiara e da persone a lui vicine: un elemento che, nella sua ricostruzione, avrebbe scatenato la reazione omicida.

Sempio, intercettazioni e sospetti: “Problemi relazionali, non prove”

Sull’indagato Andrea Sempio, l’analisi di Bruzzone è netta ma non accusatoria. Nel 2017 un’intercettazione lo aveva ripreso in uno sfogo misogino contro le donne, definito dalla criminologa «uno sproloquio», pieno di frasi stereotipate e rozze. «Tante stupidaggini tutte insieme che diventa difficile calcolare il coefficiente», commenta.
Per Bruzzone, quel materiale mostra solo un giovane con «problematiche di relazione» e difficoltà nel rapportarsi al mondo femminile, non un profilo criminale. E taglia corto: «Se tutti quelli con questo quadro dovessero essere assassini, non basterebbero le carceri del pianeta».
Nessun elemento, ribadisce, lo colloca realmente in casa Poggi, né impronteDNA spostano quanto emerso nelle indagini originali, culminate nella condanna di Stasi con prove ritenute “dirimenti”, come la celebre perizia sulle suole delle scarpe.

L’incidente probatorio e l’impronta 33

Sul piano giudiziario, intanto, l’incidente probatorio su Sempio, avviato a Pavia, potrebbe essere rinviato oltre il 18 dicembre. La difesa starebbe valutando di ampliare gli accertamenti relativi alla cosiddetta “impronta 33” ritrovata sulle scale del seminterrato della villetta di via Pascoli, attribuita dagli inquirenti allo stesso Sempio. Una mossa finalizzata a smontare l’ipotesi d’accusa, mentre per Bruzzone si tratta soltanto dell’ennesimo tentativo di riaprire un caso che per lei resta «già chiuso» e ben definito nelle sue responsabilità.

Un caso che continua a dividere

A più di 17 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il delitto di Garlasco continua a suscitare dibattito tra periti, investigatori e opinione pubblica. La posizione di Bruzzone, tra le più nette nel panorama forense italiano, ribadisce la volontà di mantenere fermo il quadro probatorio sul quale si è costruita la condanna di Stasi. La giustizia, però, non ha ancora calato il sipario: gli accertamenti sull’indagato Sempio proseguiranno, mentre l’ombra di una vicenda irrisolta continua ad allungarsi sul caso.

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