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Conte: l’assedio della Lega sull’autonomia e il rimpasto di governo

Pubblicato: 20/07/2019 22:24

La questione dell’autonomia regionale continua a creare non pochi problemi al governo giallo-verde, con Giuseppe Conte duramente attaccato dai governatori Zaia e Fontana. Una situazione che viene resa più tesa dalla prospettiva di un rimpasto di governo ventilata da Matteo Salvini. Il ministro dell’Interno tollererebbe sempre meno l’attivismo del premier, che sembra acquisire maggiore autonomia rispetto agli azionisti di maggioranza del governo.

Autonomia, Zaia e Fontana all’attacco di Conte

Già da questa mattina i governatori leghisti di Lombardia e Veneto avevano preso male le proposte del governo Conte sull’autonomia. Il premier, in particolare, ha stoppato la richiesta di passare il controllo dell’istruzione alle Regioni. I leghisti chiedevano l’assunzione diretta degli insegnanti, il controllo su contratti, stipendi e programmi scolastici, una proposta inammissibile per il Movimento 5 Stelle. Il Presidente del Consiglio ha però tentato la mediazione, dichiarando che i ministri Bussetti e Stefani, della Lega, erano presenti alla trattativa e che si tratta appunto di un negoziato, per cui è impossibile ottenere tutto ciò che si chiede. E proprio la scuola, ha dichiarato il premier in conferenza stampa, ha un’importanza imprescindibile per l’identità nazionale.

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Ci sentiamo presi in giro“, ha dichiarato Luca Zaia, “Non fare l’Autonomia vuol dire non dare più senso a questo governo”. Gli fa eco il collega Attilio Fontana che accusa Conte di voler apparire “paladino del Sud“. La partita dell’autonomia è tutt’altro che secondaria: sul piatto ci sono 2,7 miliardi di euro l’anno, secondo La Repubblica, per Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, di cui 1,4 miliardi destinati all’istruzione.

Salvini punta al rimpasto di governo: nel mirino Trenta e Toninelli

I governatori leghisti non sono i soli ad attaccare Conte. Secondo le ricostruzioni stampa, Matteo Salvini punterebbe proprio al premier, di cui non apprezza l’imprevisto protagonismo. La partita della procedura di infrazione è una vittoria che il premier può intestarsi, ma non è l’unica. Il vicepremier passa all’attacco laterale e punta al rimpasto di governo: le teste che dovrebbero cadere sono quelle di Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta. Così, mentre Salvini blandisce Di Maio (“il problema non è lui“) passa all’attacco: “C’è un evidente e totale blocco sulle proposte, iniziative, opere, infrastrutture da parte di alcuni ministri 4 Stelle“.

Conte prova a disinnescare la mina, definendosi “soddisfatto” della squadra di governo. “Se qualcuno ha qualche osservazione da fare segua un binario istituzionale” redarguisce il premier. La tensione sale tra Conte e Salvini con quest’ultimo sospettato di voler passare all’incasso, una tentazione ora che i sondaggi lo danno prima forza politica del Paese. A frenare il vicepremier potrebbe però anche essere la questione Moscopoli, su cui si attendono nuovi sviluppi e che lo vede sulla difensiva. Anche la prospettiva di votare a settembre non è tra le migliori, dato che minaccerebbe la stabilità economica del Paese che va incontro, molto probabilmente, a una manovra durissima in autunno.

Ultimo Aggiornamento: 20/07/2019 22:29