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Omicidio Bolzano, Benno Neumair: “Quel giorno ho avuto un blackout”. La difesa punta sulla seminfermità mentale

Pubblicato: 28/05/2021 16:05

Benno Neumair, in carcere con l’accusa di aver ucciso i genitori Laura Perselli e Peter Neumair, torna a parlare e racconta la sua versione sul duplice omicidio di Bolzano che ha scosso le cronache italiane. A stretto giro, la notizia che la difesa intenderebbe puntare sul presunto stato di infermità mentale del giovane.

Omicidio Bolzano, Benno Neumair parla dal carcere

Reo confesso per il duplice omicidio dei genitori Laura Perselli e Peter Neumair, Benno si trova in carcere da 4 mesi e parla, in una intervista ad Adnkronos dal carcere in cui è detenuto con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere, di quella che sarebbe la sua versione dei fatti sulla morte dei coniugi di Bolzano i cui corpi sono stati ritrovati nelle acque dell’Adige dopo settimane di intense ricerche.

È ora che si conosca anche la mia di verità“, avrebbe detto il 30enne ricalcando la sua lettura degli eventi e dipingendosi come “uscito dalla realtà” nel momento in cui avrebbe ucciso prima il padre e poi la madre.

So bene che è difficile veder riconosciuta la totale incapacità di intendere e di volere. Che nulla, nemmeno il fortissimo pentimento che provo, mi risparmierà la pena lunga che ho appena iniziato a scontare (…)“.

In carcere, Benno Neumair avrebbe detto di vivere un’altalena di emozioni tra “momenti di profonda tristezza a frammenti di vita normale“, aggiungendo di faticare “a capire perché io abbia fatto quello che ho fatto“.

Sempre ad Adnkronos, il giovane avrebbe dichiarato di aver provato “un gran fastidio” per l’attenzione mediatica intorno al caso, e sosterebbe che, quel 4 gennaio – giorno del duplice omicidio -, avrebbe avuto un “blackout”: “Mai avevo pensato di uccidere qualcuno, tantomeno i miei genitori“.

Poi il racconto dei delitti: “Non ci ho visto più e quando mio padre è entrato in camera con quella veemenza, ho preso un cordino che avevo a portata di mano in un cestino e con quello l’ho strangolato. A quel punto mi sono assopito a terra, accanto al suo corpo. A svegliarmi il telefono, era mia madre che mi diceva che stava rientrando in casa. Ho sentito la chiave nella toppa, l’ho vista e con il cordino ancora in mano ho strangolato anche lei (…)“.

Omicidio Bolzano, la difesa di Benno punta sulla seminfermità mentale

Il pentimento di cui parlerebbe ora Benno Neumair si scontra con la lettura del dramma che emerge dalle parole spese dalla sorella, Madé, in una lettera scritta a margine del ritrovamento del corpo del padre, in cui la giovane lamenta l’assenza “di rammarico, di pentimento, né per loro, né per noi“.

E ora, secondo quanto riportato dall’Ansa, la difesa del 30enne punterebbe sulla seminfermità mentale. I consulenti nominati dai suoi avvocati lo riterrebbero affetto da gravi disturbi della personalità capaci di ridurne la capacità di intendere e volere, pur senza escluderla del tutto.

In caso di riconoscimento del parziale vizio di mente da parte dei giudici, per lui, che rischia l’ergastolo, si aprirebbe l’orizzonte di una riduzione della pena fino a un terzo, sottolinea Ansa.

Occorrerà comunque attendere l’esito della perizia psichiatrica condotta dagli esperti nominati dal gip Carla Scheidle, atteso entro il 2 giugno, salvo richiesta di proroga.