Cgil, Cisl e Uil sono scese in piazza a una settimana dagli scontri di Roma, quando un corteo non autorizzato e composto da una frangia violenta dei manifestanti No Green Pass ha assaltato la sede romana della Cgil. Secondo le stime dei sindacati, sarebbero state 200.000 le persone in piazza, ma dalla Questura arrivano dati ben diversi. Il messaggio scandito però è chiaro: no ai fascismi e alle violenze squadriste.
Cgil in piazza: “Siamo in 200.000”, ma la Questura rivede i dati
Maurizio Landini l’aveva promesso una settimana fa, il giorno dopo l’assalto alla sede della Cgil: i sindacati sarebbero tornati in piazza per manifestare contro fascismi e violenze, senza colori politici. Un aspetto che non è bastato per contare sulla partecipazione della destra, che ha accusato la sinistra di fare campagna durante il silenzio elettorale. Presenti Enrico Letta e una delegazione PD ma senza bandiere di partito, con loro anche Giuseppe Conte e Di Maio. Il palco però è stato delle tre grandi organizzazioni sindacali italiane: Cgil, Cisl e Uil.
In piazza San Giovanni a Roma, secondo le stesse sigle, ci sarebbero state 200.000 persone. Un’onda rossa che però non troverebbe riscontro nei dati della Questura, che parla invece di 50-60.000 presenti. “Questa piazza parla a tutto il Paese, tutto il governo apra una fase di cambiamento sociale” ha gridato dal palco Landini.
Piazza San Giovanni contro i fascismi, chiesto lo scioglimento: “È doveroso“
“Mai più fascismi” è lo slogan che risuona nella piazza riunita dopo gli scontri per le proteste No Green Pass. Questo perché, come sottolineato dal segretario Uil Bombardieri citando Pertini, “Il fascismo non è un’opinione ma un crimine“. Lo stesso ha poi aggiunto: “In questa piazza c’è la nuova Resistenza. La Resistenza che è quella che ha combattuto il fascismo. Vogliamo riaffermare i valori della democrazia, della partecipazione e rifiuto della violenza“. Gli fa eco il leader della Cisl Luigi Sbarra, che chiede immediata risposta dal Governo sullo “scioglimento di tutte le organizzazioni neofasciste e neonaziste. È un passo doveroso“. Il bersaglio di questi movimenti “di chiaro stampo neofascista” per Sbarra è la democrazia, parola più volte invocata nel pomeriggio. “Troveranno in noi un muro, un muro che ci piace perché serve a unire e non a separare, perché è un muro fatto di responsabilità – ha aggiunto – La democrazia sarà sempre più forte dei suoi nemici, ha pilastri formidabili che nessuno riuscirà a scalfire: soprattutto il lavoro che è il vero diritto di cittadinanza“.
Maurizio Landini, le parole del segretario della Cgil in piazza a Roma
Il “sindacato ferito” della Cgil ha alzato la voce e lo ha fatto tramite le parole del leader Landini: “Le organizzazioni fasciste devono essere sciolte: si passi ora dalla solidarietà ad azioni concrete e lo Stato dimostri la sua forza democratica nel far rispettare leggi e applicare la Costituzione“. Dal palco però sono arrivate anche riflessioni su altri temi come crescita e lavoro: “Anche se i dati ci dicono che c’è una crescita, la domanda è non solo quanto durerà, ma anche quale lavoro si creerà con questa ripresa“. Per questo Landini chiede provvedimenti che garantiscano un lavoro stabile, che sappia restituire fiducia nei giovani.
Il segretario Cgil ha poi parlato di “pandemia salariale” e chiesto un intervento per invertire la distribuzione della ricchezza, una “riforma del fisco che sia equa e che combatta l’evasione fiscale, 120 mld, e basta il numero per rendere chiaro quale sia l’obiettivo di una lotta senza quartiere“. Tutto si ricollega poi all’assalto alla sede di sabato scorso: “serve investire nella cultura e nella conoscenza, diritti da garantire a tutti […] Hanno lasciato intatto un bellissimo quadro di Guttuso: mi sono detto che forse non sapevano chi fosse, era troppo complicato per loro“.