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La Regina Elisabetta compie 96 anni: l’ultimo anno della sovrana resiliente tra acciacchi, Covid e guerra

Pubblicato: 20/04/2022 16:02

Quando Winston Churchill ha visto per la prima volta Sua Maestà la Regina Elisabetta, lei era una bimbetta vispa di appena due anni. Eppure, lo statista più brillante d’Europa ai tempi, l’uomo che di lì a 20 anni avrebbe trascinato il Continente fuori dalla Seconda Guerra Mondiale e superato “L’ora più buia”, si era fatto un’idea chiara di chi aveva davanti. In una lettera a Lady Churchill, sua moglie, scriveva che la piccola principessa aveva Un’aura di autorità e di riflessività sorprendente per un’infante”.

Churchill non aveva avuto torto, Elisabetta ha mostrato fin da subito un acume e una caparbietà che probabilmente aveva ereditato tutta dalla madre, Elizabeth Bowes-Lyons: la donna temuta da Hitler. Oggi la Regina Elisabetta compie 96 anni, un compleanno festeggiato nel pieno della ricorrenza più importante tanto per la Gran Bretagna quanto per il suo regno, il Giubileo di Platino, ovvero i suoi 70 anni sul trono. 96 anni compiuti dopo un lungo periodo segnato da diversi acciacchi fisici, c’era persino chi la vedeva su una sedia a rotelle, e il Covid-19, altro nemico che è riuscita ad abbattere.

I 96 anni della Regina Elisabetta: una donna ricca di unicità

La Regina Elisabetta è una donna unica, testimone di un secolo di storia: ha incontrato 13 Presidenti degli Stati Uniti, 14 Primi Ministri britannici, ha conosciuto gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, ha vissuto gli anni della Guerra Fredda, la Guerra di Corea, la Guerra del Vietnam, due Guerre del Golfo, la guerra delle Falkland… La lista sarebbe troppo lunga per racchiuderla in poche parole. La sovrana dei record, la più longeva e dal regno più duraturo in Inghilterra (già nel 2015 aveva battuto il record della trisavola, la Regina Vittoria che aveva regnato per 63 anni, 7 mesi e 2 giorni) e detentrice di un primato a livello internazionale in quanto Capo di Stato in carica quando nel 2016 è morto Rama IX re di Thailandia.

Elisabetta Regina: una chiamata del destino

96 anni di vita, 70 di regno iniziati il 6 febbraio 1952, e pensare che Elisabetta non era nata per regnare. Figlia del secondogenito di Re Giorgio V, Elisabetta incontra il suo destino all’età di 10 anni, al momento dell’abdicazione dello zio. A 26 è diventata Regina attorniata dal timore che fosse troppo presto; la storia ha insegnato come la morte prematura di un sovrano e la conseguente prematura ascesa di un erede non ancora pronto abbiano portato al tracollo di imperi, come nel caso della Russia dei Romanov o regni come quello d’Italia.

Giorgio VI è morto mentre la giovane principessa si trovava in Kenya con il marito, anche in quell’occasione era stato Winston Churchill ad essere il suo sostegno (oltre al Principe Filippo) andando ad attenderla al suo arrivo in aeroporto e divenendo la sua guida politica da quel momento fino alle sue dimissioni.

Eppure, tornando alle parole con cui Churchill l’aveva descritta quando aveva due anni, l’ascesa di Elisabetta II al trono ha dovuto far ricredere i detrattori. Ma come non aspettarsi diversamente? Fin dall’età di 13 anni la principessa aveva cominciato a mostrare i tratti di un sovrano destinato a regnare per anni: in primis il discorso alla radio assieme alla sorella Margaret, il 13 ottobre 1940, per dare conforto a tutti i bambini allontanati dalle loro famiglie e portati fuori da Londra per proteggerli dai bombardamenti. A 18 anni, quando è diventata volontaria dell’esercito come meccanica e autista di ambulanze, o come quando ha assunto i primi incarichi, sempre durante gli ultimi anni della guerra e, infine, quando ha pronunciato le seguenti parole, sempre durante l’iconico discorso al Commonwealth del 1947: “Appartengo al mio popolo ma non come intendeva Elisabetta I. Non ho scelto io di essere Regina, so ciò che si aspettano da me e manterrò i miei impegni”.

Come ha fatto la Regina a regnare così a lungo e a salvare la Corona

Seppur il sistema monarchico britannico possa sembrare “vecchio” visto con gli occhi di chi ha conosciuto una realtà repubblicana, ancora oggi l’istituzione della Corona è fondamentale per un Paese che si basa su una forte tradizione. Il legame tra la Regina e i suoi sudditi è forte ed è il frutto di un lavoro costante fatto dalla sovrana sulla base degli insegnamenti del suo tutore, Henry Marter dell’Eton College, che si è occupato della sua formazione una volta che era stato stabilito che lei avrebbe succeduto a suo padre. Ovvero che la monarchia trova la sua forza nella resilienza e nell’adattabilità, insieme alla grande capacità di comunicare con i propri interlocutori.

Un insegnamento che non solo la sovrana ha applicato nel corso degli anni, ma che ora è diventato un’eredità raccolta dalle branche più giovani della monarchia, come i duchi di Cambridge.

Nel corso degli ultimi mesi la sovrana è stata spesso data per sconfitta dal lutto per il marito, morto il 9 aprile 2021, dal Covid-19, dagli acciacchi che l’hanno costretta a saltare impegni importanti come la Cop-26 e il Remembrance Sunday, anche la decisione di appoggiare Camilla come futura regina consorte quando Carlo sarà re è stato visto come un addio al trono di Elisabetta. La realtà è ben diversa, Elisabetta II non solo ha mostrato di non essere disposta a lasciare il suo ruolo ma, attraverso un comunicato rilasciato in occasione delle celebrazioni del Commonwealth, ha ribadito che: “In quest’anno del mio Giubileo di Platino, ho avuto il piacere di rinnovare la promessa che ho fatto nel 1947, che la mia vita sarà sempre consacrata al servizio.”