
Il mondo della meteorologia italiana è in lutto per la scomparsa di Paolo Sottocorona, storico volto del meteo di La7, morto l’8 ottobre. A ricordarlo con grande affetto e rispetto è Mario Giuliacci, meteorologo tra i più amati dal pubblico televisivo, che in un’intervista ha tracciato un ritratto intenso del collega e amico: un professionista che faceva il suo lavoro con “passione e serietà”, lontano dagli eccessi e dai toni catastrofici che spesso caratterizzano le previsioni odierne.
Un legame nato a La7
Giuliacci ha raccontato di aver conosciuto Sottocorona durante i due anni trascorsi a La7: “Quando lasciai Mediaset, Mentana – che già mi aveva voluto lì – mi chiamò anche a La7. Lavoravo nel weekend, lui nei giorni feriali. Dopo due anni arrivò Cairo, e per divergenze di vedute decisi di andarmene”. Di quel periodo conserva un ricordo limpido: “Paolo faceva meteorologia con passione e serietà. Non era come quelli di oggi che sparano alluvioni e catastrofi ogni giorno. Era come me. Non facevamo una meteorologia urlata, ma spiegavamo i fenomeni con equilibrio, senza aggettivi inutili. Gli va riconosciuto il merito della professionalità e dell’onestà intellettuale”.

“Combatteva l’allarmismo meteorologico”
Giuliacci ha sottolineato quanto Sottocorona si battesse contro la tendenza mediatica a creare panico attraverso previsioni sensazionalistiche: “Due mesi fa avevo scritto un bel commento su di lui, perché criticava questa moda di fare previsioni allarmistiche e terroristiche. Non solo danneggiano l’informazione, ma anche la psiche delle persone, soprattutto degli anziani che entrano in fibrillazione quando sentono parlare di nubifragi o caldo record. È un danno psicologico che può portare anche alla depressione”. Un modo di fare informazione, quello di Sottocorona, che Giuliacci condivide appieno: “Noi non facciamo meteorologia urlata. Diciamo le cose come stanno, con chiarezza e misura”.
Un rapporto di stima e rispetto
Pur non essendo amici stretti nella vita privata, Giuliacci ha spiegato che con Sottocorona c’era un legame di reciproca stima: “Lui abitava a Roma, quindi era difficile vedersi spesso, ma ci sentivamo dopo le mie previsioni. C’è stato un contatto quasi settimanale. Era una persona seria, di grande correttezza”. Infine, il ricordo più toccante: “È andato in onda fino a poche ore prima della sua morte. Da quello che ho capito, è stato un addio improvviso. Mi dispiace enormemente per la sua scomparsa”.


