Vai al contenuto

Viviana Parisi, Gioele era vivo dopo l’incidente: parla il testimone

Pubblicato: 17/08/2020 19:56

Ancora nessuna notizia a distanza di settimane del piccolo Gioele Mondello, il figlio di 4 anni di Viviana Parisi, la dj torinese di 43 anni trovata morta nei boschi di Caronia. Tantissime le ipotesi su cosa possa essere accaduto a madre e figlio, la cui sorte sembra al momento inspiegabile e quanto mai enigmatica. Qualche giorno fa l’idea che il piccolo Gioele potesse essere morto in quell’incidente autostradale che aveva coinvolto l’Opel Corsa della Parisi, ipotesi oggi smentita dalle parole rilasciate al pm da un supertestimone presente all’incidente.

Gioele era vivo dopo l’incidente in autostrada

Dopo l’incidente autostradale sull’A20, nel tratto che collega Sant’Agata di Militello a Santo Stefano di Camastra, il piccolo Gioele era vivo. a riferirlo al procuratore di Patti, Angelo Cavallo, è un testimone oculare. Si tratta di un uomo, un turista, che si trovava sul luogo insieme alla compagna al momento dell’incidente. “Gioele era vivo, in braccio alla madre, in posizione verticale e senza alcuna ferita“, avrebbe riferito il testimone in Procura, andando così a smentire in toto tutte quelle ipotesi che davano Gioele morto ancor prima che Viviana Parisi si addentrasse nei boschi di Caronia. Una morte che appariva inspiegabile, avvenuta forse proprio nell’incidente, e che avrebbe potuto essere il motivo di quel fuggire in stato di panico nei boschi. Eppure, alla luce della testimonianza della coppia di turisti, la pista della morte di Gioele antecedente/nel corso dell’incidente, sembra sia da escludersi.

Il testimone che ha visto Viviana e Gioele: “Il piccolo non era ferito

Secondo quanto proferito dal testimone al procuratore, Viviana Parisi dopo l’incidente avrebbe tenuto il piccolo figlio in braccio, vivo e in buone condizioni, e si sarebbe avviata camminando con passo insospettabile, senza alcuna fretta e senza correre. Si aggiungono le parole “nei confronti di Gioele aveva un atteggiamento protettivo“, un quadro che si abbatte anche su tutte le ipotesi secondo cui Viviana Parisi avrebbe potuto uccidere il piccolo Gioele per poi togliersi la vita. Parole che però, al momento, permangono tali sebbene cruciali ed ogni scenario permane aperto.

Per il pm, il racconto reso dalla coppia di turisti residenti al Nord Italia, sarebbe “attendibile“. Sempre Cavallo, come riporta TPI: “Il piccolo non era ferito né aveva sangue, il testimone ci ha detto che il bambino aveva gli occhi aperti e aveva il viso appoggiato sulla spalla destra della madre“. Quanto ai numerosi appelli lanciati dalla Procura e rivolti proprio alla coppia che ha atteso a lungo prima di presentarsi in Procura, i due turisti avrebbero spiegato di non aver avuto chiaro che il procuratore si rivolgesse proprio a loro.

L’ipotesi dell’aggressione da parte di animali selvatici

Continuano intanto le disperate ricerche del piccolo e al vaglio ci sono tutti i luoghi circostanti al luogo della scomparsa, dalla zona boschiva ai pozzi, i casolari. Di qualche giorno fa, il 13esimo dalla scomparsa di Gioele, una nuova ipotesi sulla morte di madre e figlio: è stata infatti presa in esame la possibilità che i due possano essere stati aggrediti nei boschi da animali selvatici o animali di grossa taglia. Oggi, il procuratore, come riportato da Il Giornale di Sicilia: “L’ipotesi di un’aggressione da parte di animali selvatici è vagliata da tempo ma non è quella privilegiata. É una tesi come le altre. Il contesto familiare? É chiaro alla luce di queste risultanze… La presenza della signora e del bambino vivi sul posto fanno perdere di importanza ad altri scenari“.

Viviana Parisi non era seguita: le parole del procuratore di Patti

Sebbene escludere un’ipotesi possa essere, al momento, più un errore che un passo verso la risoluzione del caso, il procuratore specifica: “Alla luce delle testimonianze e delle riprese video in nostro possesso riteniamo che Viviana Parisi non fosse seguita. Poi per carità… Ogni giorno aggiungiamo una tessera in più a questa storia“. Parole che non cadono nel vuoto alla luce delle dichiarazioni di qualche giorno fa della cognata, la sorella del marito Daniele, che aveva parlato di un referto medico in cui i medici avrebbero contestato alla Parisi un disturbo, parlando della 43enne come una donna sofferente di manie di persecuzione.