Vai al contenuto

Mosca e Kiev al tavolo per fermare la guerra, le condizioni di Russia e Ucraina nell’incontro tra Lavrov e Kuleba

Pubblicato: 10/03/2022 08:55

Due settimane dopo l’inizio della guerra in Ucraina, Mosca e Kiev si siederanno nuovamente al tavolo di un possibile negoziato e stavolta, per la prima volta, saranno due volti chiave dei rispettivi governi a confrontarsi sulle condizioni per fermare il conflitto. Atteso oggi, infatti, l’incontro ad Antalya (Turchia) tra i ministri degli Esteri russo e ucraino, Sergei Lavrov e Dmytro Kuleba, un colloquio su cui si coagulano le speranze di una svolta decisiva per interrompere l’offensiva russa e chiudere le porte allo spettro di una ulteriore, pericolosissima escalation di tensioni.

Mosca e Kiev al faccia a faccia, colloquio tra i ministri Lavrov e Kuleba in Turchia

Si apre la terza settimana di guerra in Ucraina, mentre nel Paese continuano i combattimenti e i bombardamenti. Ieri la notizia dell’attacco ai danni dell’ospedale pediatrico di Mariupol, a ridosso di una data chiave, quella di oggi, che prevede un primo incontro ufficiale tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e l’omologo ucraino Dmytro Kuleba. Sul tavolo i rispettivi pacchetti di condizioni intorno a cui tessere una possibile via d’uscita diplomatica dal tunnel di un conflitto armato ormai sempre più sanguinoso.

Russia e Ucraina arrivano al primo faccia a faccia politico di livello dopo i colloqui negoziali dei giorni scorsi tra le delegazioni dei due Paesi, sfumati nel limbo di una mancata intesa. Lavrov e Kuleba si troverebbero già in Turchia, sede dell’incontro sotto l’egida del premier Erdogan in veste di mediatore.

Le condizioni di Russia e Ucraina per fermare la guerra

Al centro del faccia a faccia tra i due esponenti di Mosca e Kiev le condizioni dei rispettivi Paesi per interrompere il conflitto. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, poche ore fa, ha aperto all’ipotesi di accogliere parzialmente le richieste del suo omologo russo Vladimir Putin, ma quali sono esattamente? Negli ultimi giorni, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, per la prima volta dall’inizio dell’invasione russa sul suolo ucraino ha cristallizzato gli imperativi della Russia per cessare le ostilità, sottolineando che i russi fermerebbero “Immediatamente” la guerra soltanto in caso siano soddisfatti.

Il Cremlino chiede la “smilitarizzazione” dell’Ucraina e la “neutralità” del Paese rispetto alle presunte pretese di aderire alla Nato e la rinuncia al progressivo avvicinamento all’Occidente. Oltre a questo, Mosca chiede il riconoscimento della Crimea – annessa unilateralmente nel 2014 – come territorio della Federazione russa e aggiunge sul piatto la richiesta di ufficiale riconoscimento dell’indipendenza delle autoproclamate repubbliche separatiste del DonbassDonetsk e Lugansk – che all’alba della guerra sono state già dichiarate indipendenti da Putin (sempre con atto unilaterale). Territori, questi ultimi, che sebbene non annessi sarebbero a tutti gli effetti estensioni della Russia.

Il presidente ucraino Zelesnky ha aperto in queste ore a un margine di compromesso. Kiev sarebbe disponibile a “una soluzione diplomatica” e a discutere la richiesta russa di neutralità, ma il governo precisa che non verrà ceduto “un solo centimetro” di territorio.

La guerra si era aperta con una sostanziale chiusura di Kiev al pressing di Mosca, con l’Ucraina determinata a rivendicare la sua libertà di aderire a Nato e Unione europea, a riavere la Crimea e a non riconoscere le regioni separatiste del Donbass come indipendenti. La situazione appare attualmente più che fluida e le premesse per un cessate il fuoco in ottica di pace, secondo alcuni analisti, sarebbero piuttosto traballanti.

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2022 09:05