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Coronavirus, la dottoressa del paziente 1: “Mattia stava morendo”

Pubblicato: 22/04/2020 19:21

Mattia Maestri, conosciuto come il “paziente 1” di Codogno, ha vinto la sua battaglia contro il coronavirus, e ha raccontato la sua storia, descrivendo i terribili momenti vissuti in cui si è sentito “a un passo dalla morte“. Dopo di lui, anche la sua anestesista Annalisa Malara, dottoressa di Cremona, ha raccontato la sua esperienza, rivelando come ha individuato il primo caso di contagio da Covid-19 in Italia.

La dottoressa Malara, la prima ad aver scoperto il Covid-19 in Italia

La dottoressa Annalisa Malara, 38 anni, è stata l’anestesista del paziente 1. Sono ormai passati 2 mesi dal giorno dell‘intuizione che ha salvato la vita a Mattia e, al Corriere della Sera, Annalisa ha raccontato come ha diagnosticato per prima il Coronavirus in Italia. L’anestesista ha spiegato che il 38enne di Codogno si era recato in ospedale in situazioni critiche. In un primo momento i medici credevano si trattasse di una forma molto forte di polmonite.

L’anestesista di Codogno: “Tutte le terapie risultavano inutili

La dottoressa Malara però non era convinta di questa diagnosi, in quanto: “tutte le terapie risultavano inutili. Mattia stava morendo”. Le condizioni di salute di Mattia peggioravano di ora in ora, tanto che, come ha rivelato la stessa anestesista: “Non mi restava che pensare l’impossibile“. La determinazione di Annalisa l’ha portata a decidere di eseguire un tampone su Mattia. Poco dopo la dottoressa di Cremona ha scoperto di trovarsi di fronte al paziente 1 dell’epidemia che, nel giro di poche settimane, avrebbe messo in ginocchio il mondo intero.

Annalisa Malara rivela: “Due cose non sopporto di questa emergenza

Annalisa, pur essendo stata il primo medico a scoprire il Covid-19 in Italia, fatica ancora a credere all’elevato numero di contagiati e di vittime su tutto il territorio nazionale: “Non pensavo che il virus potesse diffondersi così rapido. E non mi sono ancora abituata“.  La dottoressa Malara ha continuato l’intervista al Corriere della Sera raccontando che la sua vita non è cambiata molto da quel giorno di febbraio: “Lavoro come prima, sto smontando da 14 ore filate. Ma poi riesco a dormire solo un’ora e mezza o due“. L’anestesista dell’ospedale di Codogno ha inoltre confessato che: “Due cose non sopporto di quest’emergenza. Che la paragonino a una guerra. E che ci considerino eroi“, evidenziando come il duro lavoro svolto in queste ultime settimane è solita svolgerlo: “anche quando nessuno se ne accorge“.

Annalisa e il timore di essere invadente: “Se Mattia vuole, sono qui

La dottoressa Malara ha spiegato che il paziente 1, prima di recarsi all’ospedale, era stato 10 giorni a casa,già infettato, aggiungendo inoltre che: “al ricovero del 18 non aveva detto nulla di quella cena con uno che era stato in Cina“. Solo dopo essere venuta a conoscenza di questo particolare, Annalisa ha iniziato ad intuire che quella di Mattia, molto probabilmente, non era una banale polmonite. Adesso il “paziente 1” è guarito ed è tornato a casa dalla sua famiglia. La dottoressa Malara ha confessato di aver pensato di chiamarlo, ma il timore di essere invadente la frena: “Ho paura di ricordargli quei momenti“, continuando: “Non lo cerco. Se Mattia vuole, sono qui“.

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Ultimo Aggiornamento: 23/04/2020 09:44

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