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Quirinale, crisi Ucraina e caro bollette: mai come ora c’è bisogno in fretta di un Presidente della Repubblica

Pubblicato: 25/01/2022 21:16

La seconda giornata di votazione per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica si è conclusa, come previsto, con un nuovo nulla di fatto. Una seconda fumata nera che ha caratterizzato l’assenza di raggiungimento del Quorum, una situazione di stallo che secondo i pronostici si sbloccherà a partire dalla terza giornata. Complice anche la mossa del centro-destra nell’annunciare la nuova rosa di candidati seguita da quella del centro-sinistra che ha decido di non rilanciare nessun nome. Restano in gioco quelli di Mario Draghi, attuale Presidente del Consiglio e quello di Pier Ferdinando Casini, ex Presidente della Camera, entrambi i nomi potrebbero sbloccare l’empasse poltica che mai come ora ha bisogno di essere più fluida che mai.

Non c’è solo il futuro dell’Italia ad essere in ballo, quella che l’Europa sta vivendo è la peggior crisi dagli anni della guerra fredda ad oggi, un Europa che sta assistendo al ritorno di muri, come annunciato dalla Polonia in queste ore, e anche di carri armati e militari ai confini est. Uno scacchiere geopolitico la cui tensione è alimentata dalla crisi legata al trasporto delle materie prime e al conseguente innalzamento dei prezzi in bolletta di luce e gas. Crisi che si sta ripercuotendo soprattutto sui cittadini italiani ed europei dai redditi più bassi che beneficiano a malapena della contromossa del governo attuato nella Legge di Bilancio e dal nuovo decreto ristori.

L’importanza di eleggere al più presto un Presidente della Repubblica

“Ho sentito l’ambasciatore russo e sentirò quello ucraino. Ci sono movimenti di truppe: quando si muovono soldati e si parla di carri armati bisogna sempre mettersi a disposizione per evitare guai”, così Matteo Salvini ha ripreso il discorso sulla crisi in Ucraina durante la conferenza stampa per presentare la rosa dei nomi del centro-destra. Il leader della Lega è ritornato anche sul secondo tema più importante legato a doppio filo al precendete, ovvero il caro bollette. Sono ancora fresche nella memoria le minacce del Presidente bielorusso Lukashenko di tagliare le forniture di gas qualora l’Europa non avesse ritirato le sanzioni.

Proprio sul tema del gas, Salvini ha aggiunto: “L’Italia, a differenza degli altri Paesi europei, qualora qualcuno chiudesse i rubinetti del gas, è al buio e al freddo da domani”.

Matteo Renzi ed Enrico Letta sull’urgenza del voto

Proprio questa “urgenza” mette in luce chiaramente la necessità di avere al più presto un nuovo Capo di Stato pronto ad inserirsi sul piano della diplomazia, un Presidente della Repubblica autorevole, “atlantista ed europeista“, come ribadito da Matteo Renzi e “Senza ambiguità verso la Russia”. All’AdnKronos, Sempre Renzi ha ribadito: “Spero che la presidenza decida per far votare due volte al giorno. Serve un’accelerazione. C’è una crisi pensantissima in Ucraina, la crisi economica su energia e gas, regole assurde per i ragazzi di materne ed elementari a scuola per la dad, almeno il Parlamento abbia la consapevolezza di quello che si sta giocando. Il mio è un appello a fare presto, e fare bene”.

Urgenza ribadita anche dal Segretario del PD Letta che, raggiunto dai cronisti fuori da Montecitorio ha ribadito: “La nostra è una proposta costruttiva, chiediamo che dobbiamo rinchiuderci in una stanza a pane e acqua finchè non si trova una soluzione, il Paese non può aspettare di più” .

La situazione in Ucraina: gli ultimi aggiornamenti

100mila soldati russi ammassati al confine sud-est dell’Ucraina e la minaccia di invasione costante, la provincia è sempre quella del Donbass dove ci sono sacche di resistenza al governo filo-russo, la NATO non intenzionata a fare un passo indietro nel limitare la presenza in Europa orientale, e gli Stati Uniti che dispongono più di 8mila soldati in stato di pre-allerta. Proprio quest’ultima mossa di Biden sembrerebbe alimentare questi “venti di guerra” che si fanno via via più forti sul confine ucraino, soprattutto visto che il New York Times lo ha definito “un grande cambiamento”.

Uno stato di allerta sì, che prevede che questi soldati possano essere trasferiti in poco tempo, ma che non implicano una crisi imminente visto che il livello d’allerta Defcon (sigla che sta per Defense readiness Condition-condizione di prontezza difensiva) è stato innalzato solo a livello 4 (il minimo è 5 e il massimo è 1 e indica un conflitto in corso anche con armi nucleari).

Il rischio quindi è generale, i governi hanno solo innalzato le misure di sicrezza e l’azione dei servizi segreti, ma senza ulteriori operazioni in corso. Nel corso della storia recente, solo in due occasioni il livello d’allerta Defcon è arrivato a 2 e a 3, nel primo caso con la crisi dei missili di Cuba (1962) e nel secondo durante l’attentato alle Torri Gemelle.

Il monito di Biden alla Russia

Se la situazione è di stallo, sul tema dell’utilizzo delle risorse energetiche come minaccia contro i Paesi nemici è intervenuto anche il Presidente degli Stati Uniti Biden, che ha ribadito il suo monito alla Russia di non usare l’energia come arma. Inoltre, gli Stati Uniti stanno già preparando con gli alleati piani d’emergenza per compensare eventuali crisi legate al gas.

Biden nella giornata di martedì 25 gennaio ha anche sentito telefonicamente i vari leader europei, compreso Mario Draghi, per un giro di consultazioni.